MERCATONE UNO. I SINDACATI CHIEDONO LA TUTELA DEL LAVORO DEI DIPENDENTI

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MERCATONE UNO. I SINDACATI CHIEDONO LA TUTELA DEL LAVORO DEI DIPENDENTI LICENZIATI VIA SOCIAL NETWORK. LANDINI: CI SI DEVE ASSUMERE LE PROPRIE RESPONSABILITA’

“La convocazione al Mise dei sindacati, dell’azienda, dei commissari fallimentari e del curatore fallimentare di Shernon deve essere il primo passo per trovare una soluzione al fallimento della società proprietaria di Mercatone Uno e mettere tutti di fronte alle proprie responsabilità”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, commentando la notizia del fallimento dell’azienda.
“Gli accordi – aggiunge il numero uno della Cgil – vanno sempre rispettati, a maggior ragione se vengono presi di fronte al governo che è garante delle promesse fatte da un’azienda, che non può permettersi di prendere in giro lavoratori e ministero”.
“È intollerabile è vergognoso – prosegue Landini – che 1800 lavoratori e le loro famiglie siano venute a conoscenza del fallimento via Facebook. Adesso è urgente avere assicurazioni sulla salvaguardia dei posti di lavoro e preservare il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie”. “Mi auguro – conclude il segretario generale della Cgil – che il governo si attivi immediatamente, non solo per richiamare i proprietari e i curatori alle proprie responsabilità, ma per individuare soluzioni produttive per l’azienda e mettere a disposizione dei lavoratori la indispensabile strumentazione di sostegno”.
Intanto i sindacati di categoria, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, ricostruiscono tutti i passaggi della vertenza e rilanciano la richiesta di un incontro urgente al Mise. Con sentenza del 23 maggio, il Tribunale di Milano ha decretato il fallimento della Shernon, azienda che aveva acquisito lo scorso anno dalla ditta Mercatone in Amministrazione Straordinaria ben 55 punti vendita, con l’obbligo assuntivo di oltre 2000 lavoratori. In realtà, sino a questo momento, la stessa era subentrata solo in 47 punti vendita con l’impiego di oltre 1800 risorse umane. Si ricorda che, la vendita dei 55 punti vendita fu proposta dall’AS, dopo una lunga trattativa con i soci di Shernon, ritenuta degna di un positivo riscontro da parte del Comitato di Vigilanza del Mise. Successivamente, e dopo una lunga e difficile trattativa, Filcams, Fisascat e Uiltucs, presso il Mise stipularono un Accordo Sindacale regolante il passaggio dei lavoratori, ben consci che, senza l’accordo, la vendita non si sarebbe perfezionata e sarebbe intervenuto il fallimento già a luglio 2018 con la conseguente perdita dei posti di lavoro e delle relative professionalità.
Già nei primi mesi dell’ingresso di Shernon, buona parte dei soci che avevano costituito la società ad hoc per l’acquisizione, sono fuoriusciti dall’assett societario, senza destare alcun allarme da parte dei commissari che erano preposti a sovrintendere le operazioni. Col passare del tempo, la mancanza di finanziamenti e di liquidità ha fatto sì che, già negli ultimi mesi del 2018, la merce nei magazzini, e di conseguenza nei negozi, cominciasse a scarseggiare.
A marzo 2019, come denunciato dalle tre federazioni confederate, i punti vendita risultavano sprovvisti di merce e la stessa non veniva più consegnata sebbene già venduta e pagata dagli acquirenti. Nell’incontro tenutosi a marzo fra Filcams, Fisascat, Uiltucs e l’AD di Shernon, quest’ultimo preannunciava un imminente capitalizzazione della Shernon e informava le rappresentanze sindacali in merito ad una non meglio precisata trattativa con potenziali investitori. La ricapitalizzazione annunciata doveva esser effettuata entro la fine di marzo e presupponeva un investimento pari a circa 20 milioni di €, cifra che, da subito le organizzazioni di categoria hanno ritenuto assolutamente insufficiente a garantire la ripresa dell’azienda. A metà aprile, senza darne informazione alcuna, nemmeno al Mise, l’azienda ha presentato istanza di Concordato Preventivo presso il Tribunale di Milano. La decisione assunta il 23 maggio dal Tribunale di Milano, dimostra che le preoccupazioni delle tre sigle sindacali erano del tutto fondate e che, la situazione è molto più grave di quanto l’AD di Shernon abbia raccontato al Mise il 18 di aprile ed ai lavoratori nei vari comunicati ad essi diretti.

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, si sono già attivate presso il Mise per avere un incontro in tempi brevi con l’Amministrazione Straordinaria di Mercatone e con il Curatore Fallimentare di Shernon. È urgente ed indispensabile l’intervento del Mise per salvaguardare i lavoratori e preservare il futuro delle loro famiglie. Dopo anni di incertezza, Shernon aveva rappresentato il lumino nel quale tutti avevano riposto le loro speranze e la propria capacità di progettare un futuro. Il fallimento sembra aver reso nulli i sacrifici e gettato le maestranze in uno stato di profonda angoscia. Serve, dichiarano i sindacati, un intervento tempestivo e garante!