Mes, Berlusconi: “Sì non significa un voto di fiducia”

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“Le risorse tuttavia ci vogliono perché il Paese è allo stremo, ma vanno impiegate in un progetto convincente di salvaguardia delle attività economiche nelle regole di mercato”, spiega al Corriere della Sera.

“Noi abbiamo avanzato una serie di proposte: un semestre bianco fiscale con rinvio delle scadenze a fine anno e l’azzeramento delle sanzioni per chi non ha potuto pagare la rata di luglio, la proroga della cassa integrazione; sostegno a fondo perduto per turismo, made in Italy, agricoltura e commercio; reintroduzione almeno temporanea dei voucher per il lavoro stagionale nel turismo e nell’agricoltura per evitare che gli imprenditori siano costretti ad assumere in nero”.

Sul Mes, nonostante le divisioni nel centrodestra, Berlusconi voterebbe “certamente sì, anzi chiedo al presidente Conte di portare la questione a una determinazione parlamentare al più presto possibile. Ma il voto sul Mes – sottolinea – è soltanto un voto sul Mes, non è un voto di fiducia al governo né l’atto di nascita di una maggioranza diversa. C’è una convergenza di vedute su un argomento specifico, e solo su questo, con parte della maggioranza e una divergenza con Lega e Cinque Stelle. Non ha alcun significato politico nazionale, questo deve essere chiaro”.

“Contrario a proroga stato d’emergenza” “Stiamo lavorando per presentare in Parlamento con gli altri partiti del centrodestra una risoluzione congiunta per chiedere al governo di non prorogare lo stato di emergenza. Al momento non ci sono fondate ragioni per farlo e proseguire per questa strada significherebbe pregiudicare i consumi interni e continuare a trasmettere all’estero l’immagine di un Paese ‘in emergenza’. Tutto ciò comporterebbe gravi danni alla nostra economia. Certo il Covid-19 è un’emergenza sanitaria tutt’altro che conclusa nel mondo e purtroppo il rischio di una seconda ondata di contagi non è affatto da escludere”.

“Conte non arriverà al 2023” Sul futuro dell’esecutivo, poi, Berlusconi è chiaro. “Non credo che il governo Conte arriverà al 2023 e certamente non con il nostro consenso. Noi del resto siamo responsabili verso la nazione, verso le istituzioni, non certo verso il governo. Il termine opposizione responsabile è spesso equivocato: non significa opposizione più morbida, ma significa mettere l’interesse del Paese prima delle tattiche politiche”.

Elezioni del Capo dello Stato Sempre al Corriere della Sera, aggiunge che sull’elezione del prossimo presidente della Repubblica, “proprio perché non è un piacere che facciamo al governo o alla maggioranza, non ci aspettiamo nulla in cambio, non abbiamo concordato nulla. L’elezione del capo dello Stato d’altronde non è una merce di scambio: in una democrazia matura, dovrebbe realizzare la massima convergenza di maggioranza e opposizione, ma solo perché il presidente della Repubblica è il massimo garante delle istituzioni. Del resto quello della successione a Sergio Mattarella è un tema ancora molto prematuro””.