Migranti, terzo settore lancia ‘carta’ per un sistema di accoglienza non governativo

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FIRENZE – Tutti insieme, per offrire una risposta concreta, efficace e originale al tema dell’accoglienza. Forte dell’esperienza promossa con successo dalla Regione fin dal 2011 – quel modello di accoglienza diffuso su tutto il territorio che ha aiutato l’inserimento dei nuovi ospiti nelle comunità – l’associazionismo toscano ha deciso di unirsi e coordinarsi per fare fronte comune: ognuno in base alle proprie risorse e competenze, offrendo soluzioni che si inseriscano e rafforzino questo modello alternativo e che rispondano alle esigenze di coesione e di inclusione sociale e lavorativa di tutti i cittadini, italiani e non, in stato di marginalità.

Sta tutto all’interno della “Carta degli intenti” del terzo settore toscano presentata oggi in conferenza stampa a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sede della presidenza della Regione. Nel testo, che propone più misure, si parla di risposta all’emergenza abitativa, di costruzione di piani individuali per la formazione e la ricerca di lavoro, di formazione linguistica, di informazione giuridica, di sostegno e tutela alle donne vittime di tratta ma anche di azioni di comunicazione innovative per una contro-narrazione efficace sul tema.

Il manifesto del terzo settore toscano – che ha deciso di non partecipare al prossimo bando CAS del Ministero degli Interni, a favore di un’accoglienza più ‘umana’ e più giusta – si inserisce all’interno delle linee guida del “Libro bianco sulle politiche di accoglienza dei richiedenti asilo e dei titolari di protezione internazionale o umanitaria della Regione Toscana”, presentato nel 2017, ed estende le proposte per una “società aperta e inclusiva” a tutti coloro che abbiano la necessità di tutela e di integrazione sociale ed economica, consapevoli che la questione migratoria faccia emergere criticità diffuse e che rappresenti la punta dell’iceberg nella richiesta di diritti (casa e lavoro, ad esempio) che riguarda tutta la società ed esige un miglioramento del welfare.

La “Carta degli intenti”, aperta ad altre eventuali adesioni, è stata promossa da Diaconia Valdese Fiorentina, Cooperativa Sociale C.A.T., Associazione “Progetto Accoglienza” Borgo San Lorenzo, COSPE onlus, Oxfam Italia Intercultura, Legacoop Toscana Area Welfare, Arci Firenze, Associazione Progetto Arcobaleno, Consorzio Sociale Martin Luther King, Misericordia Barberino-Tavarnelle, Associazione Le C.A.S.E. Onlus, C.N.C.A. Toscana, Cooperativa Sociale Pane e Rose, Consorzio Metropoli società cooperativa sociale a r.l. , Alice cooperativa sociale, Gli Altri cooperativa sociale.

La Regione aderisce a #Ioaccolgo
Intanto stamani l’assessore all’immigrazione della Toscana, Vittorio Bugli, ha annunciato durante la conferenza stampa l’adesione della Regione alla campagna “#Ioaccolgo” lanciata nei giorni scorsi da Oxfam e altre quarantasei organizzazione della società civile, tra cui le principali Ong da sempre impegnate con migranti e rifugiati, le tre maggiori sigle sindacali, varie reti di associazioni e di studenti, per contrastare le politiche di odio ed esclusione praticate nei confronti dei migranti e per dare spazio e voce a quanti, nonostante tutto, continuano ad impegnarsi invece per la loro accoglienza e integrazione.

Una legge e un bando per l’accoglienza
“La Toscana non sarà terra di ‘invisibili’ che vengono spinti a nascondersi e lasciati cadere in percorsi rischiosi o illegali” ribadisce l’assessore. “Durante il prossimo Consiglio regionale sarà discussa la legge sui ‘diritti samaritani’, proposta dalla giunta nei mesi scorsi per garantire tutela sanitaria, cibo e un ricovero temporaneo per chi, italiano o straniero, si veda negati questi bisogni essenziali”.

Nel frattempo, mentre la proposta di legge proceda secondo il suo iter, la giunta ha approvato nelle scorse settimane una delibera che fissa gli indirizzi di un prossimo avviso pubblico che integrino l’azione delle istituzioni con quella dell’associazionismo facendo sistema tra tutti i soggetti che hanno a cuore i diritti delle persone.

La sfida, anche in questo caso, è sperimentare forma innovative di welfare di comunità per la crescita delle competenze e l’inserimento lavorativo, per l’inclusione sociale e la tutela dei diritti in favore delle persone e delle famiglie che si trovano in uno stato di particolare precarietà sociale. Saranno finanziati, sotto forma di progetti pilota, interventi di accoglienza temporanea, di accompagnamento all’autonomia e al pronto intervento sociale, attività di orientamento e di consulenza a carattere giuridico-legale, attività di orientamento ai servizi e di crescita della competenze. Si punterà molto, infine, sulle opportunità di vedere impegnate le persone in attività di pubblica utilità e di inserimento.