Minitransat, Beccaria taglia il traguardo e entra nella storia

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Il dato di cronaca è: dopo 13 giorni di navigazione Ambrogio “Bogi” Beccaria ha vinto la Minitransat, la transatlantica su barche di serie lunghe 650 centimetri, edizione 2019 . Ma non si riesce a capire cosa è riuscito a fare per la storia della vela questo ragazzo milanese di 28 anni finché non si mettono in fila un po’ di fatti, e soprattutto il primo: Beccaria è terzo in classifica generale, superato solo da due prototipi. E’ una classe a parte nella regata, su barche costruite per andare più forte di quelle di serie: una cosa mai successa prima. E’ mancato un niente che Beccaria vincesse anche “overall”, in classifica generale.

Altro fatto: mai nessun italiano aveva vinto la transatlantica più difficile, dura e rischiosa che ci sia. Barche corte, basse e larghe, invivibili per qualunque velista “standard”, che planano anche con vento moderato, figurarsi con il forte soffio dell’Aliseo: come se per 12 o 13 giorni uno sciatore fosse in discesa libera curvando solo ogni tanto. E in solitario per di più, dormendo allo stesso ritmo dei cani e sempre con un occhio aperto. Quanto sopra è naturalmente valido per tutti i partecipanti alla regata, ma il terzo dato da considerare è che “Bogi”, fin dalle Canarie, s’è messo dietro 64 persone ritirati compresi (erano 87 alla partenza da La Rochelle per Las Palmas di Gran Canaria, prima tappa neanche a dirlo vinta da Beccaria), in massima parte francesi, i più tosti, esperti, ruvidi -e sponsorizzati- navigatori oceanici dell’emisfero nord. Il secondo in classifica, Nicolas d’Estais, è oltre 90 miglia dietro; il terzo, Benjamin Ferré, oltre 120. L’ultimo ancora in gara, Jean Lorre, altro francese, è oltre mille miglia dietro. In 42 anni solo 4 non francesi hanno vinto la Minitransat.