Miro Fiordi Presidente di Banca Piccolo Credito Valtellinese

0
786

Tratto da “ Banchieri “ di Beppe Ghisolfi – ARAGNO Editore

Sono nato a Sondrio il 20 novembre del 1956.
Ho frequentato l’Istituto Tecnico Commerciale per Ragionieri, diplomandomi nel 1975 con il massimo dei voti. Ho cominciato a lavorare in banca come impiegato, allo sportello, presso il Credito Italiano di Piacenza nel marzo del 1976. Dopo essere stato trasferito alla filiale di Sondrio ed aver adempiuto agli obblighi della leva militare, alla fine del 1979 ho lasciato il Credito Italiano per tra- sferirmi a Roma, ad avviare le prime attività del CEFOR, il Centro di Formazione delle Banche Popolari Italiane. Risale a questa data il mio incontro professionale con Giovanni De Censi, all’epoca giovane Direttore Generale della Banca Piccolo Credito Valtellinese – la banca presso cui si svilupperà tutta la mia vita professionale – e primo Presidente del CEFOR. Dopo circa due anni molto intensi, di rapporti e di attività con la quasi totalità delle banche popolari operanti all’epoca in Italia – oltre 165 – nel mar- zo del 1982 rientro a Sondrio, presso il Piccolo Credito Valtellinese, come responsabile della Segreteria Generale. Dopo pochi mesi mi sposo con mia moglie Angela. Nel 1984 divento funzionario e papà di Martino. Vengo poi destinato a coordinare un importante progetto innovativo che la Banca, in collaborazione con il gruppo ENI, decide di avviare nell’occasione dei Campionati del Mondo di Sci di Bormio del 1985: realizzare la prima rete italiana di terminali Epos con utilizzo di carte di pagamento con microchip e senza banda magnetica. Nasce la TellCard. Il successo dell’iniziativa, coronato da un convegno organizzato dal Creval, dove viene lanciato lo slogan “Il denaro è informazione e come tale va trattato” (siamo nel 1986!), porta alla costituzione del CILME, il Consorzio Interbancario Lombardo per la Moneta Elettronica, partecipato da circa dieci banche lombarde e dall’ABI, di cui divengo Consigliere. È il 1987 e nasce il secondo figlio, Giacomo. Gli incarichi in banca si succedono, spaziando da responsabile dell’organizzazione, poi dell’auditing, poi del marketing e del servizio mercato, e per un periodo più lungo dell’area Pianificazione e Strategie. Nel 1990 nasce la terza figlia, Caterina. Nel 1996 vengo nominato dirigente, e lo apprendo un sabato sera a Siviglia, dove mi trovo per un convegno sulle carte di credito; leggo il fax di nomina a mezzanotte di un sabato, uno dei ricordi più belli della mia carriera bancaria. Giungono poi gli anni in cui il Creval comincia la propria crescita dimensionale, acquisendo banche da Milano alla Sicilia. Sono sempre pienamente coinvolto nelle trattative e nei vari progetti di integrazione. Nel 1997 nasce la quarta figlia, Benedetta. Nel 1999 sono nominato Vice Direttore Generale del Creval, e nel 2001 Vicario. Nel 2003 giunge la nomina a Direttore Generale. Ero stato ampiamente preceduto da mia moglie, che già dal 1984 era Direttore del Museo Valtellinese di Storia e Arte di Sondrio.
Nel 2010 entro nel Consiglio di Amministrazione di Creval e vengo nominato Amministratore Delegato, cari- ca che ricopro sino all’aprile 2016, quando ad esito delle votazioni assembleari, divengo Presidente del Credito Valtellinese, guidandone la fase di trasformazione da banca popolare cooperativa a società per azioni, trasformazione avvenuta alla fine di ottobre del 2016.
Negli anni ho ricoperto svariati incarichi consiliari in banche e società del gruppo Creval, e incarichi consiliari nelle società partecipate esterne al gruppo. Ricordo in particolare gli otto anni nel CdA dell’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane, dal 2008 al 2015, ed i sette anni nel CdA di CartaSi, dal 2009 al 2015.
Dal 2005 al 2008 sono stato membro del Consiglio dell’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari Italiane, e dal 2012 al 2015 membro del Comitato Esecutivo della Confederation Internationale des Banques Populaires.
Indubbiamente riveste grande rilievo nella mia storia professionale la partecipazione al Comitato Esecutivo dell’Associazione Bancaria Italiana, dal 2010 sino ad oggi, e soprattutto l’onore di essere stato Vice Presidente dell’ABI, dal 2014 al 2016. Allo stato faccio parte del Comitato di Presidenza, con delega all’educazione finanziaria, ed anche per questo motivo dal 2014 ricopro la carica di Vice Presidente della FEDUF, la Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio.
Sono attualmente membro del Consiglio di Ammini- strazione e del Comitato di Gestione del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
Ho sempre cercato di avere uno spazio di impegno nel sociale.
Nel 1976 sono stato tra i fondatori del Centro Culturale e Sociale don Minzoni di Sondrio, tutt’ora in attività. Dal 1990 al 1993 sono stato Assessore allo Sport e Turismo presso il Comune di Sondrio. Nel 1990 ho promosso, insieme ad un gruppo di amici, l’avvio della Cooperativa Sociale Nicolò Rusca Onlus di Sondrio, che negli anni ha progressivamente acquisito od avviato attività assistenziali e scolastiche che oggi coprono dall’asilo nido al liceo. Dal 2002 sono Consigliere di Amministrazione della Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, che opera nel campo della cultura, della formazione ed orientamento e delle attività assistenziali nei territori ove il Gruppo Creval è presente. Dal 2016 ne sono divenuto il Presidente.
Dal 1987, infine, sono iscritto all’Ordine Nazionale dei Giornalisti, nella categoria dei Pubblicisti.

La banca di cui oggi è Presidente ha iniziato come banca locale? Come ha raggiunto le dimensioni attuali?

Sì, il Credito Valtellinese ha iniziato come banca lo- cale. Venne fondato nel 1908 a Sondrio, con il nome di Banca Piccolo Credito Valtellinese, società cooperativa, da un gruppo di soci che si richiamavano alle idealità del movimento popolare cattolico. La banca ha avuto un lento ma costante sviluppo, rimanendo però nei confini della Provincia di Sondrio, fino all’inizio degli anni ’80 del secolo scorso. A partire da quella data è cominciata una fase storica nuova di grande crescita, sia attraverso l’apertura di nuovi sportelli e l’ingresso diretto su nuove aree territoriali della Lombardia, con l’ingresso in forze nelle provincie di Milano, Como e Lecco, e nella città di Roma, sia attraverso l’acquisizione di banche, anche in altre regioni. In particolare vennero acquisite in Lombardia la Banca Popolare San Giovanni di Lecco, e poi importantissima fu l’acquisizione del Credito Artigiano, storica banca del milanese, e la Banca Popolare di Rho. A seguire la Banca dell’Artigianato e dell’Industria di Brescia. A partire dal 1998 venne avviata l’acquisizione di banche al di fuori della Lombardia, con la Banca Popolare Santa Venera di Acireale, la Banca Regionale Sant’Angelo di Palermo e la Cassa San Giacomo di Calta girone in Sicilia. Nel Lazio si acquisirono la Banca Cattolica di Montefiascone, operante nel viterbese, e la Banca della Ciociaria di Frosinone. Nel 2008 viene acquisita la Cassa di Risparmio di Fano, nelle Marche. Infine grazie all’acquisto di sportelli da altre banche venne costituito il Credito Piemontese a Torino. Tutte banche molto radicate nei rispettivi territori.
Tutto ciò è potuto avvenire da un lato grazie alla quotazione in Borsa del titolo Creval, avvenuta già nel 1994, che ha consentito con trasparenza l’acquisizione tempo per tempo delle risorse finanziarie necessarie per la crescita, e poi in forza di una capacità tecnologica e organizzativa che ha sempre contraddistinto il Creval. Oggi tutte queste realtà sono confluite nel Credito Valtellinese, ad eccezione delle banche siciliane, riunite in una unica nuova realtà, il Credito Siciliano, detenuto da Creval.
Dall’ottobre 2016, a seguito delle intervenute disposizioni legislative, il Credito Valtellinese ha abbandonato la forma giuridica della società cooperativa e si è trasformato in società per azioni.

Qual è il ruolo di Presidente di una banca?

È un ruolo cruciale, e questo lo dicono le stesse disposizioni di vigilanza per le banche.
Il Presidente garantisce il buon funzionamento del Consiglio di Amministrazione, assicura il bilanciamento dei poteri e favorisce la dialettica interna. Quest’ultimo è un punto assai importante: il dibattito consiliare deve essere quanto più possibile efficace affinché si pervenga a deliberare dopo un dibattito consapevole e ragionato da parte dei componenti del Consiglio.
Naturalmente il Presidente è poi chiamato ad organizzare i lavori del Consiglio e, cosa a mio giudizio molto importante, ad assicurare la circolazione delle informazioni.
Insomma promuove un buon funzionamento del sistema di governo societario. Non bisogna poi dimentica- re che si pone come interlocutore dell’organo con funzioni di controllo e dei comitati interni del CdA, laddove questi vengono costituiti.
Infine sottolineo come il Presidente deve assicurare un buon processo di autovalutazione del Consiglio, garantendo altresì l’attuazione delle misure correttive che ne dovessero discendere.
Per gli Azionisti il Presidente è, infine, il punto di riferimento di tutto il meccanismo di governance aziendale. In sintesi il Presidente rappresenta un punto focale nella vita della banca, portandone anche le connesse responsabilità. Per tutto ciò è necessario che, oltre a possedere tutte le caratteristiche di competenza, professionalità e onorabilità richieste agli Amministratori, abbia anche le specifiche competenze e capacità che questo ruolo richiede.

Quanto tempo le rimane per dedicare alla famiglia e agli hobby, e quali sono questi ultimi?

Ho avuto l’enorme fortuna di sposarmi con mia moglie Angela, che mi ha dato la gioia di quattro figli. Lei peraltro ha svolto per oltre trent’anni il ruolo di Direttore del Museo Valtellinese di Storia ed Arte di Sondrio. Io ho fatto per molti anni il manager nella banca dove oggi ricopro il ruolo di Presidente, e sinceramente posso affermare che ho vissuto per lunghi anni un tempo che definirei molto intenso ma sempre unitario tra professione, famiglia e passioni. Oggi le responsabilità sono cambiate, ma il tempo lo vivo nello stesso modo. A me piace leggere, soprattutto storia e politica internazionale oltre a buoni romanzi. Ritrovarmi con un piccolo nucleo di amici storici. E poi sono nato e vivo in Valtellina, un ambiente bellissimo e quindi amo la montagna, con lo sci di fondo d’inverno e buone passeggiate in estate (un tempo erano ascensioni, ma oggi purtroppo non più).