Molti detenuti stranieri: nelle carceri italiane aumentano i casi di tubercolosi

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Aumentano i casi di tubercolosi nelle carceri italiane. Sul dato pesa l’alta presenza di detenuti stranieri. Lo rivela il XX Congresso della Società italiana di medicina e sanità penitenziaria (Simspe). È intitolato “Il carcere è territorio”. Il congresso riporta i dati ufficiali del ministero della Giustizia.

Un terzo della popolazione carceraria è straniera. La diffusione della tubercolosi viene quindi messa in relazione con «il collasso di sistemi sanitari esteri» e «con il movimento delle persone». In sintesi, con la forte presenza di migranti. Una presenza che in carcere raggiunge percentuali più alte che nel resto della popolazione. Nei penitenziari, spiega una nota diffusa dal Simspe, «si riscontrano tassi di tubercolosi latente molto più alti rispetto alla popolazione generale». C’è una differenza notevole: a fronte di Tbc latenti, cioè di portatori non malati pari all’1-2% fra tutti gli italiani, nelle strutture penitenziarie la percentuale sale al 25-30%. «E aumenta a oltre il 50% se si considera solo la popolazione straniera».