Montagna: Giunta Fvg in II Comm, snellire iter servizio Territorio

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Trieste – Il servizio Gestione territorio montano, Bonifica e Irrigazione della Regione Friuli Venezia Giulia svolge un’attività ritenuta qualificata e indispensabile a livello trasversale. Tuttavia, nelle sue fasi operative ed esecutive, risulta condizionata da problemi di carattere burocratico, legati sia all’approvvigionamento dei materiali per lo sviluppo dei cantieri, sia al reperimento di personale idoneo e quantitativamente adeguato.

In tal senso – questa la visione generale emersa oggi a Trieste durante dei lavori della II Commissione consiliare – è stata annunciata la presentazione di una mozione, affinché si operi per semplificare quanto prima le procedure. L’obiettivo è quello di pervenire alla creazione, anche alla luce delle limitazioni provocate nel 2017 dalla soppressione della figura del funzionario delegato, di un soggetto autonomo e separato, ma non privato, in grado di prendersi carico di tutti i passaggi. È stata anche auspicata una modifica per snellire la legge regionale 9/2007.

L’audizione della Giunta regionale e del direttore del servizio Gestione territorio aveva il compito di illustrare le condizioni attuali dell’organigramma delle strutture stabili tecnico-amministrative e della loro programmazione. I presenti si sono trovati d’accordo sulla necessità di fare sistema tra le varie componenti della Regione che si occupano di territorio (come Protezione civile e servizio Difesa del suolo) e che il problema principale è costituito dall’eccesso di atti amministrativi che, per rispettare le normative vigenti, arrivano fino al tetto delle tremila pratiche di acquisto per le materie prime, contro le poche centinaia necessarie ante cambiamento della gestione contabile.

Nella condivisione generale riguardo la necessità di modifiche normative nel rispetto del Codice dei contratti pubblici, è emerso che il servizio Gestione territorio si trova ad affrontare una situazione atipica e unica rispetto qualsiasi altra realtà regionale. È stato evidenziato anche un depauperamento del personale.

Nonostante un incremento del sistema software per la gestione degli atti, inoltre, la perdita di personale evidenzia venti squadre di operai (10 a Tolmezzo, 4 a Udine e 6 a Pordenone) composte teoricamente da 5-6 persone ciascuna, ma in realtà di 4-5 o persino di 3. Gli operai sono 134, ma alcuni sono stati trasferiti negli uffici per questioni fisiche e di anzianità. Le posizioni scoperte sono perciò una ventina e sarà necessario anche l’appoggio di servizi esterni per poter contare su operatori già formati e abilitati. All’appello mancherebbe anche una decina di tecnici, oggi ridotti del 50%. ACON/red