Moratoria prestiti: 3 mesi in più per richiederla

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Tempestiva circolare dell’Associazione bancaria italiana attua la proroga prevista dall’Autorità europea di vigilanza EBA e volta a favorire la possibilità per famiglie e imprese di vedere sospeso o allungato il proprio mutuo: un grande strumento di politica economica e sociale per il Paese

Il Presidente Patuelli e il Direttore Sabatini in primi linea al fine di rendere operativi i benefici introdotti da leggi e patti con le categorie. I numeri consuntivi confermano quanto detto in TV dal Banchiere scrittore Ghisolfi a conforto del lavoro svolto dagli Istituti e dai loro dipendenti per gestire i 2,6 milioni di richieste di moratoria e le 900.000 domande di accesso al Fondo di garanzia per le aziende.

La moratoria si conferma, pur all’interno delle complesse normative pubbliche di diritto nazionale ed europeo da osservare, uno dei più importanti strumenti per la politica economica e sociale in Italia al tempo del coronavirus. Lo ribadiscono sia i dati a consuntivo, sul numero e sull’entità finanziaria delle domande fin qui prese in carico, sia le più recenti decisioni di rafforzamento delle misure assunte dall’ABI – Associazione bancaria italiana, che con prontezza e tempestività ha recepito per il nostro Paese l’importante direttiva emessa dall’EBA, Autorità europea vigilante, per prorogare dal 30 giugno al 30 settembre la possibilità, per famiglie e imprese, di accedere al beneficio della sospensione del mutuo per le difficoltà conseguenti al covid.

L’ABI, nella propria recentissima circolare datata 26 giugno e divulgata agli Istituti creditizi associati, ha riepilogato conferme e novità fornendo gli strumenti per una loro applicazione univoca e uniforme a favore della Clientela familiare e aziendale, nel quadro delle azioni promosse dal Presidente Antonio Patuelli con il Direttore generale dell’Associazione, Giovanni Sabatini.

La proroga si estende a tutti gli accordi sottoscritti con le Associazioni di categoria delle imprese, dei consumatori e degli enti locali e, fra le varie facilitazioni, evita la riclassificazione automatica del debitore, perché questi non venga penalizzato nel momento in cui fa richiesta di moratoria causa emergenza economico-sanitaria, e – punto specifico rivolto alle imprese – conferma la possibilità di sospensione fino a 24 mesi con la sola condizione della accettazione da parte della banca.

Passando ai numeri, gli stessi vanno a suffragio delle tesi più volte ribadite alla TV dal Banchiere scrittore Beppe Ghisolfi in merito all’esemplare lavoro condotto dal personale degli Istituti bancari da inizio pandemia ad oggi, con tutti i vincoli dettati dalle esigenze di tutela della salute pubblica, e che ha portato a gestire 2 milioni e 600.000 domande di moratoria – a valere su 280 miliardi di finanziamenti – e altre 900.000 richieste di accesso al fondo di garanzia centrale per le aziende, per oltre 60 miliardi di cui 41 già istruiti e deliberati per l’approvazione finale al gestore del Mediocredito cui compete il rilascio della fideiussione di Stato.