Morti sul lavoro. Investire in prevenzione contro una vergogna nazionale

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“Oggi è successo in Puglia, Mario Cavaliere aveva 57 anni ed è morto folgorato mentre lavorava alla linea di contatto della ferrovia poco lontano dalla stazione di Brindisi. Ancora una volta un infortunio mortale sul lavoro, ancora una volta dobbiamo aggiornare il triste elenco di morti, che chiamano ‘bianche’, e sono invece sempre più nere, nerissime”.

Lo scrive il responsabile Politiche del Lavoro del Pd, Giuseppe Provenzano, sul suo profilo Facebook.

“Il Rapporto Inail 2018 sulle morti sul lavoro aveva solo da pochi giorni aggiornato questa macabra contabilità: 704 vittime nel 2018, più 4,5% rispetto al 2017.

Nei primi cinque mesi del 2019 sono già 391 i morti sul lavoro, un trend spaventoso. Più di due persone al giorno muoiono sul lavoro, non contando gli incidenti sulle strade o le denunce di infortunio mortale non riconosciute”, aggiunge Provenzano.

“E’ come se una guerra si combattesse ogni giorno, e le vittime sono i lavoratori. Abbiamo i livelli di mortalità sui luoghi di lavoro più alti d’Europa. Siamo ai livelli dei primi del Novecento.

Il governo che blatera di sicurezza, che schiera le navi da guerra ai nostri porti, ha totalmente dimenticato questa tragedia nazionale. Anzi, peggio, ha tagliato i fondi INAIL sulla sicurezza, aumenta del 40% i subappalti scaricando i rischi per la sicurezza sui lavoratori dei cantieri”, continua l’esponente dem.

“Il 60% delle vittime sul lavoro del 2018, trovavano la morte nel tragitto casa-lavoro-casa. Di quale sicurezza si parla se un uomo o una donna escono di casa la mattina per guadagnarsi il pane e non tornano piu’ dalle loro famiglie alla sera?”.

Per Provenzano e il PD, “investire in prevenzione, sicurezza, salute sul lavoro non servirebbe solo a salvare vite umane ma anche, lo dicono numerosi studi, a migliorare la competitività delle aziende.

Nell’era della rivoluzione digitale e dell’innovazione dei processi produttivi, la cronaca quotidiana delle morti sul lavoro e’ una vergogna nazionale, uno scandalo inaccettabile, non solo per i lavoratori e le loro famiglie, ma per una politica e uno Stato degni di questo nome”, conclude.