MOSE: CODACONS CHIEDE DI ACCEDERE A DATI E VERBALI SU TEST DI COLLAUDO

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CITTADINI VOGLIONO VEDERCI CHIARO SU OPERA E SU REALI BENEFICI PER VENEZIA

Dopo la notizia dell’esito positivo dei test di collaudo del Mose, con il parziale innalzamento delle paratoie alla bocca di porto di Malamocco, il Codacons ha deciso di vederci chiaro e annuncia una istanza d’accesso al Consorzio Venezia Nuova.
Vogliamo conoscere tutti i documenti, gli atti e i verbali relativi al collaudo dei giorni scorsi, perché i cittadini veneziani hanno diritto di sapere se il Mose funzionerà davvero e i reali benefici per la città – spiega il Codacons – In tal senso presenteremo apposita istanza d’accesso al Consorzio, finalizzata ad ottenere tutta la documentazione relativa al collaudo.
In particolare chiediamo i protocolli o specifiche delle prove fatte sugli impianti e le paratoie di tutte le bocche di porto e i rapporti sui risultati ottenuti con eventuali problemi riscontrati e conseguenti azioni intraprese o da intraprendere per la loro soluzione. Chiediamo inoltre di conoscere le specifiche delle prove di collaudo in condizioni di esercizio delle quattro schiere di paratoie e di sapere con quali condizioni meteo marine e di dislivello di marea le paratoie saranno ritenute collaudate, tenendo presente che dal precedente accesso agli atti si è riscontrata una conclamata risonanza sub-armonica, sia nelle prove fatte a Delft e giustamente indicata come instabilità dinamica e documentata in maniera ineccepibile, sia in quelle fatte a Voltabarozzo documentata in maniera del tutto confuso e professionalmente scorretto, come si evince anche dal confronto con quanto fatto a Delft. Le prove fatte a Delft, anche in presenza dell’effetto scala, documentano un esteso campo di frequenze e altezze d’onda in cui le paratoie sono instabili e non si è trovato un analogo documento fatto per il progetto esecutivo.
Chiediamo quindi ai Commissari e al Provveditorato di chiarire come si possa collaudare un’opera in assenza del suo progetto e in presenza di una conclamata “instabilità dinamica” al moto ondoso delle paratoie.
Ricordiamo inoltre che l’ultima parola sul Mose spetta al Consiglio di Stato, dove è pendente un ricorso promosso dal Codacons volto ad ottenere il blocco dell’opera in relazione alle gravi illegittimità che hanno caratterizzato l’iter del progetto, che finora non ha salvato Venezia dall’acqua alta ma è servito solo a riempire le tasche di politici corrotti e soggetti senza scrupoli.