Nel 2019 Meridione in recessione. Salvini e Di Maio stanno uccidendo il Sud

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“I dati Svimez sono drammatici. Salvini e Di Maio hanno tradito l’Italia e stanno uccidendo il Sud. Stanno resuscitando tutti i peggiori spettri del passato. Ora anche quello della recessione. È la fotografia di un paese più povero nel quale aumentano le disuguaglianze. Con quale coraggio si presentano ancora con le loro promesse da buffoni nel Sud?” Così Nicola Zingaretti sul suo profino Facebook dopo la pubblicazione dei dati Svimez.

Nel 2019 il Pil del Sud calerà dello 0,3% mentre il resto del paese crescerà dello 0,3% aumentando la divaricazione che all’interno di un paese fermo porta il mezzogiorno in recessione.

“L’analisi e i dati dello Svimez sul Mezzogiorno sono allarmanti e davvero preoccupanti. Una fotografia che dimostra quello che diciamo da tempo: il governo Lega-M5s ha abbandonato il Sud e le sue politiche non hanno fatto altro che aggravare la situazione”. Così Andrea Martella, coordinatore della segreteria Pd.

“Ancora una volta – continua Martella – la propaganda viene smentita dai fatti. La smettano di far finta di niente, la smettano di far finta di litigare. Invece di continuare solo a parlare del Mezzogiorno, comincino ad agire, si occupino finalmente di quella parte del Paese senza la quale tutta l’Italia non ripartirà mai”.

Per Nicola Oddati, responsabile Mezzogiorno del Pd, “le anticipazioni del rapporto svimez 2019 sull’economia e la società meridionale, sono realmente drammatici. Ci raccontano di un Paese sprofondato in un crisi gravissima, nel quale cresce il divario tra Nord e Sud, ma cresce anche il divario tra il Nord e l’Europa.

Insomma se Atene piange, Sparta non ride. La fotografia del Sud nel 2018 è questa: decrescita della ricchezza prodotta, carenza di infrastrutture e servizi, emigrazione giovanile secolarizzata, desertificazione delle aree interne. Crolla la produzione e il valore aggiunto, raddoppia la cassa integrazione. I risultati del governo del fallimento.

Le uniche misure varate dall’esecutivo, reddito di cittadinanza e quota cento, hanno avuto un effetto recessivo. Per non ascoltare i dati, il ministro del Mezzogiorno nemmeno ha ritenuto di presenziare alla presentazione del rapporto, come prassi e garbo avrebbe voluto.

Questi dati – continua Oddati – ci dicono che occorre superare questo governo, che invece del cambiamento promuove la decrescita infelice.

Ci vogliono politiche radicalmente alternative: investimenti produttivi, perequazione infrastrutturale, lavoro di cittadinanza, formazione di qualità, un green new deal. Occorre un’alternativa politica alla catastrofe”.

Per Antonio Misiani, responsabile del Dipartimento Economia e Sviluppo del Pd, “l’economia del Mezzogiorno peggiora in maniera drammatica ma le politiche del governo sono inesistenti o inadeguate.

Bisogna cambiare rotta: la politica assistenzialistica del governo gialloverde si è rivelata fallimentare, è necessario puntare con decisione sullo sviluppo sostenibile, gli incentivi all’occupazione e la competitività del sistema produttivo. Il Mezzogiorno è un punto chiave, perché l’Italia non uscirà dalla stagnazione senza rilanciare realmente il Sud.

La priorità deve andare all’accelerazione degli investimenti in infrastrutture e politiche ambientali, al rafforzamento dei servizi pubblici, al rifinanziamento degli incentivi per le imprese a partire dal credito d’imposta per gli investimenti nel Sud.

I giovani, che oggi abbandonano in massa il Mezzogiorno, devono diventare la leva per una nuova stagione di sviluppo. Oggi secondo i dati Svimez il 18,8% di loro resta fuori dal sistema di istruzione e formazione professionale. Invertire questa tendenza è cruciale per fare del Sud un trampolino di lancio per nuove professionalità e realtà imprenditoriali.