Nel giorno della “Memoria “

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Nel giorno del ricordo delle tante vittime del Sisma, permettetemi di scrivere due parole al mio amico Sergio Pirozzi col quale condivido e ho condiviso tutto il dramma di quella mostruosa catastrofe naturale che ha portato Amatrice ad una devastante mutazione sociale. Un terremoto , che ha sconvolto le
esistenze di giovani e anziani, ricchi e poveri , buoni e cattivi perché come racconta la Livella di Totò nella morte siamo tutti uguali. La lealtà, la generosità e il senso di responsabilità di Sergio , hanno sancito un imprinting speciale che ha marchiato la mia anima. È vero, spesso guardo Sergio con gli occhi del cuore ma riesco anche a scindere il sentimento dalla ratio ed è proprio la ragione che mi porta a raccontare la storia di un uomo, la cui figura e il suo esempio si impongono con straordinaria forza in questo deserto dei sentimenti, dell’indifferenza e delle strade perdute. Lui che vive per la sua gente, è quello che lotta contro tutti e tutta quella sottospecie di sistema che disconosce l’impegno politico . Come non cogliere l’ indomita fierezza nel suo volto quando contempla il suo mondo ormai fatto di rovine ma ancora vivo nella sua mente. La sua storia merita di essere raccontata per quegli occhi velati di lacrime inespresse, per quelle 72 ore in cui senza mangiare e dormire ha tentato di salvare le tante, troppe vite immacolate al Mostro, e lo ha fatto in un’assordante doloroso silenzio.È caduto in ginocchio.
Ma si è rialzato, in forza a quella grande lucidità con cui ha assunto il dolore del suo popolo e ha tentato di dare delle risposte in un contesto di sofferenza inaudita. Perché per me , per tutti noi che lo conosciamo, lui è un eroe che neanche pensa di esserlo. Grazie Sergio per essere l’uomo che sei e grazie a tua moglie e ai tuoi figli per vivere e condividere i tuoi stessi valori .