Nel Lago di Ginevra concentrazioni di plastiche come negli oceani

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La “Evaluation de la pollution plastique du lac Léman”, un progetto di misurazione e mappatura dell’inquinamento da plastica di superficie del lago di Ginevra e del Rodano fino al Mar Mediterraneo, iniziato nel 2018 dall’associazione Oceaneye di Ginevra con il sostegno di Precious Plastic Léman (che ha raccolto i campioni nel Rodano) puntava a studiare e a quantificare l’inquinamento da macro e micro plastica.

Lo studio ha fatto seguito a due recenti pubblicazioni: la prima che ha dimostrato che la plastica spiaggiata sulle rive del lago contiene diversi metalli pesanti, lasciando supporre un potenziale impatto tossicologico a livello locale; la seconda ha valutato i probabili flussi di contaminanti nel Lago di Ginevra, valutando in 50 tonnellate la plastica che ogni anno finisce nelle acque del Lemano.

Oceaneye dice che i risultati preliminari della prima serie di prelievi «Indicano che le acque del lago presentano un livello di inquinamento da plastica identico alla media mondiale degli oceani. Sui 14 campioni prelevati e ripartiti sull’insieme del Lago Lemano, la concentrazione media di micro (1 – 5 mm) e meso plastiche (5 – 200 mm) raggiunge i 129 gr/km2. Quindi ci sarebbero circa 14 milioni di particelle, entro questa gamma di dimensioni che galleggerebbero sulla superficie del Lemano. Questo livello è equivalente all’inquinamento mondiale medio degli oceani che è di circa 160 gr/km2 (Eriksen 2014) in questa stessa gamma di dimensioni«».

Il direttore di Oceaneye, Pascal Hagmann, ha spiegato: «Qui ci siamo concentrati sulla valutazione dell’inquinamento da plastica della superficie da parte di particelle di grandi dimensioni (> 1mm). Anche se non rappresentano certamente il principale giacimento di rifiuti plastici nel lago, sono un indicatore molto utile. La sua comparazione con gli inquinamenti oceanici ci permette di constatare che l’inquinamento del lago non è assolutamente trascurabile! Secondo la nostra esperienza nell’ambiente marino, ci aspettiamo un inquinamento dello stesso ordine di grandezza per delle particelle di dimensioni più piccole. Investigheremo in questo senso durante la nostra prossima campagna di misurazione».

Anche le acque del Rodano presentano lo stesso livello di inquinamento da plastica del Lago di Ginevra: sugli 8 campioni prelevati tra Ginevra e le Bouches-du-Rhône la concentrazione media di particelle di plastica tra 1 e 200 mm è stata di 2, 2 mg/m3 e, tenendo conto della portata del Rodano, sarebbero al minimo 5 tonnellate di plastica che passano da Ginevra ogni anno.

Gaël Potter, responsabile scientifico di Oceaneye, evidenzia che «La comparazione dei dati sul campo riguardanti l’inquinamento del lago e il flusso di rifiuti trasportato dal Rodano ci fa pensare che una parte delle plstiche galleggianti nel lago vengano evacuate dal Rodano. Inquinando il lago, si inquina anche tutto quel che si trova a valle», fino al Mediterraneo.

Intanto sono stati resi noti anche i risultati di uno studio svolto dal Laboratorio federale di prova dei materiali Empa su incarico dell’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam) svizzero che si è concentrato su plastiche quali il polietilene (LD-PE e HD-PE), il polipropilene, il polistirolo e il polistirolo espanso, il PVC e il PET utilizzati in imballaggi, su tessuti, materiali isolanti e film plastici utilizzati in agricoltura. In una nota l’Ufam spiega che «I ricercatori hanno seguito il percorso di queste plastiche nell’ambiente locale, dalla produzione, all’uso, fino allo smaltimento e hanno sviluppato un modello per il calcolo di questi flussi. Si sono distinte microplastiche (inferiori a 5 mm) e macroplastiche (superiori a 5 mm). Complessivamente, l’immissione annua delle sette materie plastiche esaminate è di circa 5.120 tonnellate, ovvero lo 0,7% circa della quantità totale consumata in Svizzera, pari a 710.000 tonnellate».

Secondo il modello dell’Empa, «Ogni anno si depositano sul suolo circa 4.400 tonnellate di macroplastiche. Inoltre, oltre 100 tonnellate di macroplastiche finiscono nelle acque. Per quanto concerne le microplastiche, 600 tonnellate finiscono sui o nei suoli e poco meno di 15 tonnellate nelle acque. La quantità di microplastiche è quindi molto più ridotta di quella delle macroplastiche; tuttavia, il numero di particelle che potrebbero avere ripercussioni sugli organismi è molto più elevato«.

Per avere un quadro d’insieme dell’inquinamento da plastica in Svizzera è necessario tenere conto anche dell’abrasione dei pneumatici, che diversi studi scientifici considerano la maggiore fonte di microplastiche. Uno studio attualmente in corso dell’Empa fornirà ulteriori informazioni su questa fonte di inquinamento da plastica.

L’Ufam sottolinea che «L’indagine sulle sette materie plastiche mostra che la quantità di plastica che finisce nel suolo è circa 40 volte superiore a quella immessa nelle acque. Il motivo principale di questo fenomeno è il littering, ossia l’atto di gettare o abbandonare piccole quantità di rifiuti, all’origine soprattutto dell’inquinamento del suolo ma anche delle acque da macroplastiche. La pulizia dello spazio pubblico consente di raccogliere gran parte della plastica, ma una parte di essa rimane a terra. Un’altra importante fonte di macroplastiche nei suoli è l’utilizzo ad esempio di film plastici in agricoltura. Inoltre, le macroplastiche finiscono sui e nei suoli attraverso il compostaggio di rifiuti organici che contengono ancora plastica. Le più importanti fonti di microplastiche nel suolo sono l’agricoltura e l’edilizia, ad esempio attraverso la disintegrazione di film e tubi e la posa e lo smantellamento dell’isolamento degli edifici. In misura minore, lo smaltimento dei rifiuti contribuisce all’inquinamento da microplastiche attraverso la triturazione dei rifiuti plastici per il riciclaggio. Le principali fonti di microplastiche nelle acque sono l’indossare indumenti in fibre sintetiche o il loro lavaggio e i prodotti cosmetici. Tuttavia, misurate secondo il modello di inquinamento dei suoli, queste fonti sono esigue. Inoltre, impianti efficienti di trattamento delle acque reflue filtrano gran parte delle microplastiche dalle acque di scarico. Uno studio dell’Empa, recentemente concluso, ha dimostrato che attualmente le microplastiche non rappresentano una minaccia per gli organismi acquatici in Europa».

I calcoli dell’Empa consentono di individuare futuri ambiti di ricerca e d’intervento. In particolare, l’inquinamento da plastica dei suoli deve essere oggetto di ricerche più approfondite. L’Ufam evidenzia che «A seconda del tipo di plastica, esistono altre possibilità d’intervento: i consumatori devono essere sensibilizzati in misura ancora maggiore del fatto che gli imballaggi a perdere devono essere smaltiti con i rifiuti urbani. Una pulizia migliore, ad esempio lungo le strade, previene l’inquinamento dell’ambiente dovuto ai rifiuti abbandonati. In agricoltura, l’immissione di plastiche nei suoli deve essere ridotta. Nel settore dei rifiuti e dell’edilizia, le imprese devono essere sensibilizzate alla questione dell’inquinamento da plastica. A livello politico, diversi interventi parlamentari chiedono l’adozione di misure nel settore delle materie plastiche. L’Ufam sta valutando ulteriori passi per ridurre l’impatto ambientale dovuto alla plastica».