Nel nome dell’antifascismo De Magistris in Calabria arruola Lucano, il sindaco degli immigrati

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Nel nome dell’antifascismo, della resistenza e della poltrona, quella che il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, cerca di conquistarsi in Calabria candidandosi per la Regione nel pieno della pandemia e dell’emergenza nella sua città, arriva l’ennesima “cosa rossa” a illudere la sinistra. Una regione nella quale il primo cittadino di Napoli ha lavorato come magistrato e nella quale trascorre le vacanze: quanto basta per rivendicare il diritto di amministrarla, male, malissimo, come ha già fatto per Napoli.
In Calabria Dema sta cercando di mettere su una sorta di Armata Brancaleone di sinistra di partiti, movimenti, sindacati, collettivi e singole personalità della sinistra calabrese nella quale spunta anche l’ex sindaco di Riace di metterci la faccia. Sarà capolista nelle tre circoscrizioni calabre. Il nome della neonata formazione è Calabria Resistente e Solidale. De Magistris e Lucano, una coppia destinata a fallire, a prima vista, almeno…

Mimmo Lucano, per la cronaca, è il simbolo della filosofia delle “porte aperte” agli immigrati e aveva trasformato la piccola cittadina di Riace in una sorta di oasi dei clandestini, salvo poi finire implicato in vicende giudiziarie su presunti abusi e forzature delle leggi in tema di accoglienza e di immgrazione.
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Con loro, anche schegge di ex grillini e di anti-casta, come il leader di “Tesoro Calabria” Carlo Tansi. “La casta calabra teme che il Tan-Dem (Tansi-DeMagistris) vincerà le elezioni regionali e con i suoi mezzi d’informazione-marionetta spara cavolate per confondere le acque. Cara casta, mi dispiace deluderti, ma Tan-Dem è più unito che mai”. Povera Calabria.