Niente Cig a bar e ristoranti: così uccidono Roma

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Il telefono delle associazioni di categoria, ieri, scottava. Tutti a chiamare e a fare questa domanda: «Ma cosa devo fare ora? Richiamare i miei dipendenti al lavoro? Metterli in ferie?». La cassa integrazione è scaduta e fino al 17 agosto non si può licenziare; se il Governo non si affretterà a firmare la proroga migliaia di dipendenti attualmente in cig dovranno tornare alle loro mansioni o, in alternativa, il datore di lavoro potrà metterli in ferie, forzate naturalmente, e comunque da pagare. Una situazione a dir poco complicata che sta tenendo sulle spine la quasi totalità delle aziende romane «costrette» proprio per non licenziare a mettere i dipendenti in cassa integrazione straordinaria, che in un modo o nell’altro, in ritardo e in alcuni casi ancora da pagare, è stata una bella boccata d’ossigeno per il datore di lavoro e per il dipendente. Ma ora? «Stiamo rispondendo ai nostri associati di stare tranquilli – dice Claudio Pica, Presidente Fiepet Confesercenti – ma attendiamo con ansia questa proroga perché si può immaginare, con l’attuale crisi in cui versa il settore bar e ristorazione, richiamare al lavoro tutti i dipendenti».