NOMADI, SARDONE: PERICOLOSA RETROMARCIA SALA SU CHIUSURA CAMPI

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“Il sindaco Sala, durante una delle sue più classiche passerelle in periferia, ha di fatto detto che chiudere i campi rom significherebbe lasciare per strada i nomadi ancora di più di quanto non lo siano già ora. Una pericolosa retromarcia quella del sindaco, considerato che nel maggio del 2018 si era espresso così sui campi: “Non sono un modello di successo né da replicare, verificheremo se c’è la possibilità di chiuderli. La città ci chiede meno tolleranza”. Cos’è cambiato a un anno di distanza? In via Bonfadini sono stati arrestati i boss del campo, in via Sacile è andata a fuoco una baraccopoli abusiva, in via Martirano oltre alle refurtive di lusso ho scoperto che è stato pagato solo il 20% degli affitti, in via Negrotto i rom continuano a inquinare l’aria accendendo falò e sparando musica ad alto volume fino a tarda notte, in via Monte Bisbino di recente c’è stato un blitz delle forze dell’ordine, in via Chiesa Rossa è stato rapinato Lele Mora. Senza considerare gli insediamenti irregolari che vengono tollerati dal Comune e che come al solito si dimostrano enclave di illegalità. Ho visitato tutti i campi rom di Milano e in ognuno di essi ho trovato pregiudicati, bambini a casa durante l’orario scolastico, allacciamenti abusivi e degrado. L’unica soluzione non può che essere lo sgombero per tutti: non è razzismo, è semplicemente buonsenso. Sala in quale città vive?”. Così Silvia Sardone, consigliere comunale ed europarlamentare della Lega. “Perlomeno sul daspo alle carovane il sindaco si è dimostrato possibilista, pur con colpevole ritardo. I cittadini di ogni periferia di Milano segnalano di continuo roulotte e camper in via Medici del Vascello, in via Caduti di Marcinelle, in via Cusago, in via Varsavia, in via Toffetti: i controlli vengono fatti col contagocce e i nomadi sono liberi di fare ciò che vogliono. Quello che invece serve – continua Silvia Sardone – è rendere la vita impossibile a questi personaggi: più controlli, più sequestri, più sgomberi. È vero che risolto il problema da una parte i rom spuntano altrove, ma con una presenza capillare ed efficace sul territorio si migliorerebbe sicuramente la quotidianità dei cittadini che giustamente protestano per l’assenza delle istituzioni”.