Non c’è alcun “attacco” o “difesa” di Radio Radicale

0
56

Come non c’è mai stata alcuna intenzione di “chiudere” la radio. Invito chi ha dubbi a riguardo ad andare a studiare quanti soldi pubblici ha preso la radio del Partito Radicale negli ultimi 30 anni: oltre 300 milioni di euro, elargiti dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalla Presidenza del Consiglio, per trasmettere senza gara (o meglio, con una sola gara 25 anni fa) l’attività del Parlamento. Eppure c’è già chi svolge un servizio pubblico: è Gr Parlamento.
Un’anomalia tutta italiana, che nessuno, ripeto nessuno, si è mai degnato di risolvere in questi decenni. Nessuno, tranne il MoVimento 5 Stelle. E non accetto che si spendano senza problemi ancora soldi dei cittadini, ben #24milioniper mantenere una radio privata di partito, partecipata da una S.p.A. che fa capo ad una catena di supermercati che fattura oltre 2 miliardi di euro.
Si fa tanta fatica a trovare i soldi per pagare gli straordinari delle forze dell’ordine, o per ridurre le tasse alle comunità colpite dal terremoto. Eppure non si fa alcuna fatica a trovarli per Radio Radicale. Com’è possibile? E non vengano a raccontarci la menzogna della “difesa” del pluralismo dell’informazione: gliel’ha già smontata la Corte Costituzionale, affermando che il pluralismo non dipende dai contributi all’editoria. Non sono i soldi dello Stato a rendere “liberi” i giornalisti, ma l’indipendenza da interessi privati o di partito, il coraggio di raccontare sempre la verità, la volontà di non piegarsi mai.