NON C’È PACE NEL CUOR DI CHI…

0
67

Ieri la Giunta per le immunità del Senato ha dato il via libera al sequestro dei pc di Armando Siri, senatore leghista accusato di corruzione. Come ricordiamo, l’ex sottosegretario avrebbe cercato di far approvare più volte un emendamento sull’eolico in cambio di una mazzetta da 30mila euro, emendamento respinto ripetutamente dal MoVimento 5 Stelle.

Casualità vuole che, grazie alla crisi di governo scatenata da Salvini, la delibera della Giunta sia potuta arrivare soltanto ora, chissà cosa sarebbe successo se si fosse andati a votare così come volevano i leghisti. Maliziosi coloro che vedono dei collegamenti.

E dire che grazie all’analisi dello smartphone di Savoini nell’ambito del Russiagate, è spuntato fuori un “pizzino digitale” che confermerebbe la mazzetta promessa alla Lega. Che siano stati così calcolatori i difensori del “prima gli italiani” e si siano trasformati in “prima i leghisti”?

Ad oggi, gli sforzi di Salvini di fare la foglia di fico del partito più vecchio d’Italia sembrano piuttosto vani. Si aggrappa agli insegnamenti sul garantismo della vecchia volpe B. -guida navigata in quanto a processi e inchieste- dimenticando che la scusa dei media faziosi e dei magistrati orchi sia già stata abbondantemente consumata da chi prima di lui.

Vittoria Baldino