Non mi piace parlare di morte perché non ci ho mai davvero pensato

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Ma a un certo punto sei così giù che pensi ‘prendimi ora

Colite ulcerosa: se sei un giocatore del Manchester United ti senti quasi invincibile, e quando te la diagnosticano probabilmente non ci fai neppure caso, senza renderti conto dell’incubo da vivere..

«Dovevo andare in bagno 30 volte al giorno, avevo sempre bisogno di una toilette, non potevo neppure uscire con mia moglie e la mia famiglia o andare al ristorante perché mi avrebbero riconosciuto, mi avrebbero visto alzarmi e sedermi 6-7 volte e si sarebbero chiesti perché. Ma ora io mi rendo conto del potere del calcio, del potere di un nome come Manchester United: quando parlavo con i bambini, mi dicevano che per loro era più facile raccontare ai compagni di avere la stessa malattia di Darren Fletcher.

Nel 2008 i primi problemi. Mi rimisi subito in sesto, mi sentivo forte, giocavo in Premier. Non bastava però. La malattia tornò e onestamente iniziavo a sentirmi sempre meno forte..la chiamano ‘moon face’ (faccia di luna): sei magro, ma hai la faccia gonfia. Faticavo a guardarmi allo specchio, una volta mi sono svegliato e non riuscivo a muovere un muscolo.
Solo la mia famiglia e Ferguson sapevano: gli allenamenti erano le uniche due ore della giornata in cui mi sentivo bene. A Rooney e Rio Ferdinand lo dissi nel 2011: i compagni si chiedevano perché non andassi mai a prendere una birra con loro. Mi hanno aiutato, a Ferguson devo tutto. Ha continuato a chiamarmi anche dopo che si è ritirato per sapere come andavano le cose».

Arriva a pesare anche 60 chili, con mal di testa continui e lancinanti: i medicinali, tra cui anche steroidi, rendevano irriconoscibile il suo volto.
Per lo scozzese, 17 anni nello United tra giovanili e prima squadra, il calvario si è concluso definitivamente nel 2013.

«Sentivo che la mia vita non esisteva più. Ora devo stare attento a cosa mangio, ma se voglio un ‘take-away’ lo prendo senza problemi».

[Darren Fletcher] fonte calcio totale facebook