NUOVA ALITALIA: FACCIAMO IL PUNTO

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Oggi vi vorrei spiegare come si è arrivati alla formazione del consorzio che ora è al lavoro per perfezionare e migliorare, il piano industriale predisposto da Ferrovie per la nuova Alitalia.
Sì, perfezionare e migliorare, con particolare attenzione alla parte di sviluppo.

Partiamo dalla formazione della compagine: Alitalia si porta dietro una storia fatta di successi (purtroppo lontani nel tempo) ma anche grandi problematiche figlie di una mala gestione strategica e operativa nonché di un sistema trasporto aereo nazionale che necessita, diciamo così, di una “aggiustata” perché è tutto fuorché “nazionale” (cioè di difesa dei nostri interessi). Proprio per la situazione in cui versa Alitalia il primo dovere è stato quello di definire un piano di partenza e uno zoccolo duro di potenziali investitori che credesse nel progetto.

Giova ricordare, a tal riguardo, che questo Governo, non quelli di prima, ha ritenuto necessario il coinvolgimento da subito della parte statale. Questo proprio perché crediamo che Alitalia sia un asset strategico del nostro Paese in un settore importante come quello del trasporto aereo. Lo zoccolo duro degli azionisti non poteva e quindi non può che essere pubblico. Alitalia è inserita nel “contatto di Governo” e non per mettere in discussione la sua importanza, ma proprio per rilanciarla all’interno di un sistema Paese.

L’individuazione di FS è stato il primo passo: un passo importante per fare sistema. Le sinergie treno e aereo saranno importanti, così come l’intermodalità.

Il secondo passo è stato il coinvolgimento del MEF a conferma e supporto della strategicità dell’operazione di sistema.

La terza fase è consistita nell’individuazione di un investitore istituzionale: non tornerò più sulle scelte fatte. Ho sempre sostenuto che prima di tutto viene Alitalia, il suo progetto, il sistema; poi tutto il resto.
Personalmente ho sempre tenuto separata Alitalia dalle altre tematiche, qualsiasi esse siano.

In questi giorni i soci individuati si sono messi al lavoro per migliorare il piano di partenza; si sono messi al lavoro per discutere con Delta le migliorie da apportare. Delta che ovviamente tende a volere un controllo in remoto… cosa per altro nota e mai taciuta da chi è del settore… I soci italiani, tra cui Atlantia, devono avere la forza di puntare ad un vero rilancio e questo potrà avvenire solo con nuovi modelli, nuovi schemi di accordi, una flessibilità di movimento nelle alleanze, tali da consentirlo.

Tutto ciò, ovviamente, potrà essere fatto solo individuando subito un CEO che sappia già cosa fare, che abbia una nuova e moderna visione del trasporto aereo, una capacità ri-organizzativa del settore, una conoscenza moderna dei vettori aerei e ovviamente che sappia stare “alla pari” ai tavoli con Delta, come anche con gli altri colossi europei. Un CEO che sia il consulente aeronautico dei consulenti e non viceversa. Basta con le vecchie prime linee. Alitalia ha necessità di una profonda discontinuità con il passato.

Individuati i soci e rimodulato il piano (con la presenza del futuro CEO), stabilito il nuovo perimetro aziendale (volo, handling, manutenzione) seguirá l’offerta vincolante per la New Co. Dopodiché si parlerà di acquisizione di flotta.
Ogni passo andrà fatto con estrema attenzione, anche per non rifare gli errori del passato.

Giustissime le preoccupazioni dei dipendenti, come potrei mai non comprenderle, e sono convinta che proprio partendo da loro si dovrebbe spingere per avere figure del settore, smettendo di credere ad amministratori delegati esterni, pur quanto bravi e con un nome di spessore, come salvatori della patria. Alitalia ne ha già visti di cognomi importanti che una volta entrati in azienda si sono messi a parlare di tutto (e parlando anche bene), assumendo -a volte- anche atteggiamenti da primi della classe. I risultati si sono visti: lauti stipendi, buone uscite da mille e una notte e Alitalia quasi cadavere sulla pista. Sono sicura che molti dipendenti direbbero: no grazie, per questa strada abbiamo già dato!, e poi non c’è tempo per fare le prove. C’è poco tempo e per fare solo concretamente.

Il mese di agosto sarà impegnativo per chi lavora sul dossier Alitalia, e per quanto mi riguarda non abbasserò mai l’attenzione, come sempre ho fatto nel limite del mio ruolo da parlamentare che ben conosce il tema in questione.