Ieri sono stato a Napoli per partecipare alla riunione del Movimento 5 Stelle Campania

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In vista delle prossime elezioni regionali. Un incontro molto partecipato durato sette ore. Ho ascoltato tutti gli interventi di attivisti e portavoce, voci e posizioni diverse. Si è parlato di meetup, di identità, di sistema di potere, di Rousseau.
Ho fondato nel 2005 uno dei primi meetup di Italia, tutti i valori richiamati oggi mi appartengono profondamente e ho contribuito a nutrirli e diffonderli. Ma un’analisi onesta deve riconoscere che dopo i primi cinque anni di opposizione in Parlamento, con la responsabilità di un consenso importante che ci ha reso la prima forza del paese, abbiamo scelto di esplorare possibilità mai considerate prima, andando a ricoprire cariche istituzionali e governando il Paese con i partiti che sono stati disponibili a condividere il nostro programma.
Quindi la domanda che ci poniamo oggi, nelle regioni in cui ci candidiamo, segue il solco già tracciato al livello nazionale.
Possiamo sempre cambiare, attraversiamo sicuramente una crisi e dobbiamo essere consapevoli che alla crescita veloce che ha avuto il Movimento devono seguire una riflessione e una discussione ampia per disegnare il futuro e modellare un’organizzazione necessaria per rispondere a esigenze che si sono totalmente modificate. Gi Stati generali serviranno a confrontarci su tutto questo.
Ma, senza ridurre la questione a un referendum sì/no, possiamo anche chiederci se sia possibile lanciare una proposta nel campo di altre forze politiche: mettiamo dei paletti, pretendiamo liste pulite, ragioniamo su un candidato di alto livello. Se la nostra sfida al rialzo viene accettata confrontiamoci senza paura. Se invece le condizioni non ci sono, andiamo da soli. Gli unici interessi che dobbiamo tutelare sono quelli della Campania e dei suoi cittadini.
Per prendersi delle responsabilità ci vuole coraggio. Dire che è sempre colpa degli altri è troppo facile.