Oggi un paio di argomenti scontati, dite pure banalità, ma a volte merita ricorrervi

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Anzi no, la prima cosa è seria. Il governo stamane ha confermato in un incontro del premier e dei ministri di economia e sviluppo con alcune delle categorie interessate alla nuova chiusura che i cosiddetti ristori (ma proporrei un termine diverso) arriveranno subito, entro il 15 novembre e riguarderanno, tra gli altri, i lavoratori stagionali, le imprese del turismo e della somministrazione, la cultura. La cassa integrazione sarà allargata a tutte le attività colpite, inoltre è stato previsto lo stop dell’Imu e due o tre mensilità di credito d’imposta per gli affitti. Bene così.

Ora un paio di altre cose.

La situazione è difficile, questo credo sia chiaro a ciascuno. Il governo con ogni evidenza non le ha fatte tutte giuste, soprattutto mancando di sfruttare a fondo i mesi scorsi, ma dopo che la curva dei contagi si è impennata si è mosso nella sola direzione possibile, ridurre il numero di persone in giro e contenere, anche con altre misure restrittive, ogni possibile assembramento. Non dico che su questa o quella misura non sia legittimo discutere e anche dissentire (ieri ne abbiamo ragionato con toni seri anche qui sopra). Sulla condizione dei trasporti pubblici locali, per dire, legittime sono le preoccupazioni e non mancano proposte tese a colmare nell’immediato le difficoltà che si sono manifestate.

Detto ciò, è compito del governo ascoltare e raccogliere ogni soluzione che vada nella direzione giusta: ottimizzare i servizi, migliorare la rete di accoglienza e trattamento dei malati sintomatici, non rinunciare a tracciare gli asintomatici che, pure stando bene, sono veicolo inconsapevole di altri contagi (spesso, ci viene spiegato, dentro le pareti di casa).

Ma le forze (grandi, medie, piccole) che compongono la maggioranza con le rispettive delegazioni ministeriali e sotto-ministeriali questa discussione non possono e non debbono farla sulla pubblica piazza. Se c’è chi dissente dalle decisioni prese e comunicate dal premier a reti quasi unificate alla Nazione faccia la fatica di piazzarsi a Palazzo Chigi sino a che nel chiuso di una stanza l’Esecutivo non raggiunga una quadra e tutti assieme la si argomenti e difenda nel confronto col mondo fuori da lì.

Pensare che in un contesto grave come quello che stiamo affrontando il governo dibatta dalle colonne della stampa o dagli schermi della tivù (che si tratti di ministri, vice, consulenti, parlamentari o capi di questo o quel gruppo) stona con quanto il paese si attende. Quindi nessun arrocco, confronto a partire dalle opposizioni, ma sarà buona cosa adeguare il metodo al clima, e non l’inverso. Penso sarebbe apprezzato all’esterno e aiuterebbe chi in questo passaggio ha l’onere pesantissimo di assumere decisioni difficili di poterlo fare con la serenità e l’equilibrio necessari.

Sulle piazze di ieri e ieri l’altro magari torniamo domani.

Buona serata e un abbraccio