Ok nazionalizzazione Alitalia

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Secondo il titolare del Mise bisogna individuare una struttura commissariale per la ristrutturazione della compagnia e poi decidere se percorrere la strade della nazionalizzazione o del mercato.

Alitalia “non fallirà” ha assicurato il ministro Patuanelli, “me sento di poterlo garantire”. Una delle ipotesi prese in considerazione è che la gestione torni allo Stato.

“La nazionalizzazione di Alitalia può non essere un evento negativo. Il problema è: la politica sarà in grado di individuare manager in grado di guidare l’azienda o solo manager trombati dalla politica?”, lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico alla trasmissione Circo Massimo, su Radio Capital.
Gli alti costi

Secondo il ministro è necessario istituire una struttura commissariale “che abbia come obiettivo la ristrutturazione e poi la remissione sul mercato o la nazionalizzazione”. Resta il problema degli problema degli alti costi. “Dal punto di vista del fatturato Alitalia è una compagnia che funziona. E’ la componente costi che è troppo alta”, dice ministro.

La dimensione aziendale

Troppo grande per essere piccola e troppo piccola per essere grande. E’ questo il problema delle dimensioni aziendali messo a fuoco da Patuanelli.

“Su Alitalia abbiamo 313 aerei che sono nel pacchetto, circa 86 volano. Bisogna agire sulla componente costo. Ogni aereo è utilizzato bene”.

Revoca concessione Autostrade

Il ministro si è espresso anche sulla revoca della concessione delle autostrade ad Atlantia. “C’è un procedimento amministrativo in corso che si sta avviando alla conclusione. Il dossier non è sul tavolo del MISE ma è gestito in parte da Palazzo Chigi e in parte dal Ministro De Micheli con la quale ci sentiamo ogni giorno. Quel processo va portato a termine nell’interesse generale del Paese”.

Per il titolare dello Sviluppo “il sistema delle concessioni va rivisto” e “l’alternativa immediata non potrebbe che essere ANAS”.

Il ritorno all’Iri

“Non penso che il ritorno al passato sia una soluzione – ha dichiarato il ministro – ma c’è la necessità di individuare strumenti che un governo può avere a disposizione per usare nelle crisi di mercato, questa è una motivazione. Non può essere una replica tout court dell’IRI, deve giocare con le regole del libero mercato”. La politica, ha concluso, deve avere “uno scatto d’orgoglio” e individuare “manager in grado di gestire le aziende”.