Onu, clima: umanità a rischio

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Un riscaldamento globale al di sopra della soglia fissata dall’accordo di Parigi sul clima avrebbe “impatti irreversibili sui sistemi umani”

Se si raggiungeranno i +2 gradi centigradi anziché +1,5, circa 420 milioni di persone in più sulla terra dovranno affrontare “ondate di caldo estremo” e fino a 80 milioni di persone in più nel mondo potrebbero essere minacciate dalla fame. È quanto afferma una bozza del Rapporto del gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC) dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Entro il 2080, centinaia di milioni di abitanti delle città dell’Africa subsahariana e dell’Asia meridionale e sudorientale potrebbero dover affrontare più di 30 giorni di caldo estremo ogni anno.

In Africa le inondazioni potrebbero costringere 2,7 milioni di persone all’anno in media in Africa. Senza tagli alle emissioni, oltre 85 milioni di persone potrebbero essere costrette a lasciare le loro case nell’Africa sub-sahariana a causa degli impatti indotti dal clima entro il 2050. Anche in Europa il numero di persone ad alto rischio di mortalità triplicherà se si dovessero raggiungere i tre gradi Celsius di riscaldamento rispetto a 1,5 gradi.

Carenza d’acqua, esodi, malnutrizione, estinzione delle specie: la vita sulla Terra come la conosciamo sarà inevitabilmente trasformata dal cambiamento climatico quando i bambini nati nel 2021 avranno 30 anni o anche prima, avverte l‘IPCC. Qualunque sia il tasso di riduzione delle emissioni di gas serra, gli impatti devastanti del riscaldamento globale sulla natura e sull’umanità che da esso dipende accelereranno – assicura la bozza di rapporto – e diventeranno dolorosamente palpabili ben prima del 2050.