OPPOSIZIONE, BULIMIA DI POTERE

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Siamo in piena tempesta e alcuni non se ne sono accorti, o meglio fanno finta di non saperlo. Il loro sport preferito è soffiare sul fuoco e lanciare nella vasta prateria virtuale dei social, fack news a livello industriale. Il dramma è che il 90% dei media corrono in loro aiuto. Più la stronzata è assurda, più i media la divulgano, manco fosse la parola di Cristo.
La democrazia si regge su due pilastri: maggioranza e opposizione, modificare questo equilibrio porta inevitabilmente a forme dittatoriali di cui ne è piena la storia.
Oggettivamente il momento tragico che stiamo vivendo è il più grave dal dopoguerra ad oggi. In più stiamo combattendo contro un virus invisibile che se ne frega dei confini, del ceto sociale, del credo politico e religioso. E’ una battaglia contro i mulini a vento, contro l’insostenibile leggerezza del Coronavirus. Il Governo è stato chiamato a dare risposte coraggiose ed immediate, supportato dalla consulenza delle comunità scientifica, impegnata a contenere e a trovare una soluzione rapida a questa pandemia.
In questo scenario da Day after fa da contraltare l’irresponsabilità dell’opposizione, che anziché mettere in mostra la propria maturità e responsabilità, gioca ad alzare la polvere e la posta in gioco, il tutto per mera voglia di ribaltare gli equilibri politici e tornare sulla poltrona, (per fare cosa?). Allora giù stronzate su stronzate: 7€ a testa, la Svizzera dona 500 mila euro ai cittadini che ne fanno richiesta su un foglio anonimo, 1000€ basta fare un click, semestre bianco, riapriamo tutto prima di Pasqua (questa stronzata è del Cazzaro Rosa che si è dimenticato di stare nella maggioranza).
Credo che proprio in questo momento si debba capire che stiamo tutti sulla stessa barca, e remare contro non porta vantaggio a nessuno. La bulimia di potere fine a se stessa porta inevitabilmente ad una forma di imbecillità cronica. L’ignoranza non sta nel non conoscere, ma nella mancanza del desiderio di conoscenza.                                                                                                                                                    di Fernando Felli