ORBAN, IL DITTATORE AMATO DA SALVINI E MELONI

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Alla vigilia del vertice europeo di Bruxelles, l’Europa, l’Onu e il mondo intero hanno condannato la legge di Orban che in Ungheria vieta qualunque contenuto che si riferisca all’omosessualità

Da un lato 17 capi di Stato e governo (tra i quali Mario Draghi) hanno sottoscritto una dichiarazione di condanna di qualunque forma di discriminazione a sfondo sessuale, dall’altro Viktor Orban, arrivando a Bruxelles proprio in occasione del vertice ha ribadito che non intende ritirare il provvedimento, non giudicandolo discriminatorio. Mentre in Italia ci stiamo occupando di varare una legge per i diritti Lgbt (Lesbiche, gay, bisessuali e trans genere), anche a costo di un duro scontro con il Vaticano (perché la laicità dello Stato va sempre tutelata e non si possono ammettere ingerenze nella democrazia parlamentare e i suoi processi), il dittatore ungherese, perché di questo stiamo parlando, viene conteso da Salvini e dalla Meloni, che ha aperto le porte dei Conservatori europei a Fidesz, il partito di Orban, da mesi senza gruppo politico a Bruxelles.

In Ungheria la libera informazione è pressoché inesistente; gli studi sull’identità di genere sono vietati, anche in ambito di ricerca universitaria, dove i professori oppositori a Orban sono stati sostituiti da suoi fedelissimi, a scuola bambini rom e bambini ungheresi vengono messi in classi separate e si insegna loro che gli stranieri e i migranti sono pericolosi e gli omosessuali “contro natura”.

Ecco, questa è l’Ungheria di Orban e questo l’uomo corteggiato dalla nostra Destra. Fra poco magari in Ungheria torneranno i ghetti o i campi di concentramento di hitleriana memoria. Intanto la discriminazione in Ungheria è in atto ogni giorno . Da noi per ora la destra non ne parla ma avallando e riconoscendo le leggi discriminatorie ungheresi si avalla un ritorno ad passato che tutti vorremmo fosse dimenticato e superato per sempre. E’ avallando comportamenti simili e disconoscendo la parità di diritti di ogni cittadino indipendentemente dal sesso e dal suo pensiero religioso e politico che rischiamo di riesumare i mostri che hanno fatto milioni di morti.

Mauro Coltorti