Orlando: Carcere, i 5Stelle sono cambiati, la riforma è possibile

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“Spero proprio che nella riflessione sul post Covid trovi posto anche la società invisibile, quella privata della libertà, per problematiche psichiche o per reclusione in carcere. L’auspicio è che si riprenda il lavoro sulla giustizia che avevo promosso, perché ho la presunzione di pensare che quel metodo andrebbe adottato in molti campi e quel risultato non vada disperso. Credo che oggi ci siano le condizioni adatte per riprendere il filo di quel discorso”. Intervistato da Il Manifesto il vice segretario dem ed ex ministro della Gisutizia si dice convinto che il clima sia ormai maturo per la riforma delle carceri.
Che cosa è cambiato rispetto a prima?

“Credo -spiega Orlando- che nel M5S ci siano sensibilità che fin qui non hanno prevalso. Bisogna riaprire la discussione: non sulla certezza della pena ma sugli effetti che essa produce, sulla sua utilità. Perché la pena non sia solo un esorcismo sociale”.

Cosa pensa dei magistrati di sorveglianza che hanno «scarcerato» i detenuti più a rischio di vita, durante la Fase 1, e lo stop impresso dal decreto Bonafede?

“Ho letto questa vicenda come un’incapacità di dirigere l’amministrazione penitenziaria. Durante l’epidemia, la magistratura di sorveglianza ha svolto un ruolo di supplenza. Andrebbe ringraziata, perché non è responsabile il giudice che scarcera il boss ma chi non è stato in grado di creare le condizioni perché ciò non avvenisse. Il vero problema è il sovraffollamento. Se non ci fosse stato il Covid saremmo nuovamente in una condizione di rischio condanna della Corte di Strasburgo.”

“La questione – spiega Orlando -è rendere pienamente disponibili le celle attuali, prevedere luoghi dove poter assegnare i domiciliari a chi non ha un domicilio stabile, e immaginare altri luoghi di detenzione attenuata.

In molti, e non i solo i Radicali, credono che l’amnistia e l’indulto siano l’unico modo per uscirne.

“Sono contrario, perché credo che questi provvedimenti indeboliscano la rivendicazione di una riforma organica. Non c’è mai stata una riforma dopo un provvedimento di clemenza. Ora la riforma c’è e prevede l’istituzione di «valvole» intelligenti per il sistema. Non va sprecata”.