Orlando (PD): “Governo, tensioni passino in secondo piano. L’opposizione cambi toni”

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“Non definirei i rapporti tra Conte e il Pd ai minimi. Anche se ci fossero stati degli elementi di tensione, e in alcuni passaggi ci sono stati perché reclamavamo un ruolo più attento alle questioni complessive della maggioranza da parte di Conte, mi pare che passino in secondo piano rispetto all’esigenza di fronteggiare al meglio questa imprevista crescita dei contagi. Non è il momento di divisioni o di fratture”. Lo ha detto a L’Ospite, su Sky TG24, Andrea Orlando, vicesegretario del PD. “Noi non ci schieriamo con i rigoristi perché vogliamo indurre una dittatura sanitaria, come ha detto qualcuno che ora lamenta che non si è fatto abbastanza prima. Noi pensiamo che la prima misura economica sia tenere sotto controllo il contagio. La prima risposta alla difficoltà economica è fronteggiare la situazione sanitaria, non sono due cose distinte e non si possano contrapporre”.

“Alla luce delle esperienze precedenti, si deve tenere anche conto dei diversi andamenti che si determinano nel Paese, perché abbiamo tassi di crescita differenziati e situazioni del sistema sanitario tra loro differenziate. Ci sono Regioni – ha spiegato – in cui il contagio ha una velocità più significativa che in altre e soprattutto registriamo che ci sono due velocità tra i grandi centri urbani e la provincia. Riuscire a tenerne conto, modulando le misure, è un bene per tutti, e se poi ci sarà una situazione negativa ovunque ci sarà un allineamento nei fatti senza bisogno che lo si sancisca a livello nazionale. Alla luce di questa pandemia qualcosa nel rafforzamento dei poteri di coordinamento centrali sul tema della sanità va assunto. Mi auguro che questa vicenda la potremo lasciare alle spalle rapidamente, ma, se così non fosse e si dovesse convivere ancora per un periodo lungo con questa situazione, non credo che si possa fronteggiare un’aggressione che è simmetrica con venti risposte differenziate e venti modelli di sanità diversi. Si tratta di ricostruire una grande risposta nazionale”.

“Da parte della maggioranza e del Governo ci deve essere una disponibilità a mettere in discussione i provvedimenti quando arrivano indicazioni convincenti da parte dell’opposizione, quindi facendo anche qualche passo indietro rispetto alle proprie convinzioni riconoscendo anche le ragioni delle opposizioni. Però è necessario che le opposizioni cambino completamente tono, non perché siano tenute a farlo ma perché se si vuole rendere costruttivo il dialogo parlare di dittatura sanitaria o continuare con l’antieuropeismo da comizio non ci farà fare dei passi avanti. Italia Viva è un problema? “Resta un problema chiunque in questo momento pensa di potersi smarcare da posizioni che in qualche modo avranno inevitabilmente impopolarità, perché rischia di creare un corto circuito. Questo vale per Italia Viva, per il PD come nell’episodio di Marcucci e anche per esponenti del M5S che hanno dato segnali di distinzione. Questa non è la fase dei distinguo”.

“Si deve cercare di tenere aperte le scuole fino a quando è possibile, ma se poi sono un luogo in cui si sviluppa il contagio bisogna prenderne atto. Abbiamo fatto bene a dire che le ultime cose che devono chiudere sono le scuole e i luoghi di lavori, sacrificando tutte le attività in qualche modo meno legate a funzioni essenziali. Concentriamoci su queste due attività, compatibilmente con il quadro della crescita del virus. Non credo che il Governo cada anche se si dovessero moltiplicare le piazze, e mi auguro di no perché mi auguro che prevalga la responsabilità e ci sia un isolamento dei violenti. La stragrande maggioranza degli italiani è convinta che a nessuno conviene cedere al caos, quindi bisogna ascoltare le istanze che vengono da quelle piazze e le persone che manifestano pacificamente, anzi serve creare delle situazioni di confronto e di discussione. Le persone devono essere ascoltare e non si devono sentire ignorate rispetto alle loro paure a ai loro drammi”.