Palestre e piscine pronte a riaprire anche contro le normative

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Le normative vigenti nelle zone rosse e arancioni in Italia prevedono la continuata chiusura dei centri sportivi e delle piscine fino a fine aprile, ma il settore freme per una riapertura anticipata.

Come riferito ad Adnkronos dal presidente dell’ANPALS (Associazione Nazionale Palestre e Lavoratori Sportivi) Giampiero Guglielmi, la prospettiva di una chiusura dei centri sportivi prorogata fino agli inizi di maggio ha portato molti del settore a protestare.

Secondo quanto sostenuto da Guglielmi, infatti, molte palestre stanno puntando a una riapertura anticipata il 7 aprile, nonostante le vigenti normative del Dpcm del 2 marzo e in vigore fino al 6 aprile. Il ritorno delle regioni italiane nelle fasce arancione e rossa ha prolungato la chiusura di strutture per il fitness (piscine e palestre) per tutto il mese di aprile.

“Non hanno più niente da perdere, anche contro le norme. Riapriranno dal 7 aprile, verbali o no”, ha riferito il presidente dell’ANPALS.

Guglielmi ha parlato anche di alcuni dati numerici, riferendo che dalle prime normative di restrizione dei centri sportivi a causa della pandemia, circa il 40% delle strutture è scomparso, mentre è salito il tasso di obesità. Guglielmi ha sostenuto che lo Stato italiano continua la chiusura perché “non si fida delle strutture sportive””, ribadendo la “facilità di controllare e monitorare” la situazione all’interno di una palestra per limitare il diffondersi del virus.

Su questa stessa linea, è intervenuto anche il presidente della Federnuoto, Paolo Barelli, che in un’intervista all’Adnkronos ha criticato la decisione del Governo di riaprire i centri di ristorazione e le scuole, ma mantenere chiuso il settore dello sport.

“E’ il settore più bistrattato del paese, sono offeso e drammaticamente arrabbiato”, ha ribadito. “Vogliono riaprire le scuole, lì si riesce a mantenere la sicurezza dal contagio? Ma mi facciano il piacere”.