Papa: il virus del consumismo intacca la fede e alza il livello dell’odio

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“Il consumismo è un virus che intacca la fede alla radice perché ti fa credere che la vita dipenda solo da quello che hai, e così ti dimentichi di Dio che ti viene incontro e di chi ti sta accanto. Il Signore viene, ma segui piuttosto gli appetiti che ti vengono; il fratello bussa alla tua porta, ma ti dà fastidio perché disturba i tuoi piani”. Così il Papa:”quando si vive per le cose le cose non bastano mai,l’avidità cresce e gli altri diventano intralci nella corsa e così si finisce per sentirsi minacciati e sempre insoddisfatti e arrabbiati,si alza il livello dell’odio”. Secondo Francesco,”questo è l’atteggiamento egoistico, del consumismo”: “Il vero pericolo è ciò che anestetizza il cuore: è dipendere dai consumi, è lasciarsi appesantire e dissipare il cuore dai bisogni”. “Allora si vive di cose e non si sa più per cosa – ha detto il Pontefice nella messa per la comunità cattolica congolese di Roma – si hanno tanti beni ma non si fa più il bene; le case si riempiono di cose ma si svuotano di figli:questo è il dramma di oggi, case piene di cose e vuote di figli,l’inverno demografico che stiamo vivendo; si butta via il tempo nei passatempi, ma non si ha tempo per Dio e per gli altri”. “Lo vediamo oggi là dove il consumismo impera – ha aggiunto- quanta violenza, anche solo verbale, quanta rabbia e voglia di cercare un nemico a tutti i costi! Così, mentre il mondo è pieno di armi che provocano morti, non ci accorgiamo che continuiamo ad armare il cuore di rabbia”. Per il Papa, “a noi oggi tocca vigilare: vincere la tentazione che il senso della vita è accumulare, smascherare l’inganno che si è felici se si hanno tante cose, resistere alle luci abbaglianti dei consumi, che brilleranno ovunque in questo mese, e credere che la preghiera e la carità non sono tempo perso, ma i tesori più grandi”. Pace in Congo: basta armi ed economia che usa la guerra “Oggi preghiamo per la pace, gravemente minacciata nell’Est del Paese, specialmente nei territori di Beni e di Minembwe, dove divampano i conflitti,alimentati anche da fuori, nel silenzio complice di tanti. Conflitti alimentati da coloro che si arricchiscono con le armi”. Così il Papa nella messa in San Pietro per la comunità cattolica congolese di Roma. “Chiediamo – ha detto in conclusione dell’omelia – che, in nome di Dio-Amore e con l’aiuto delle popolazioni vicine, si rinunci alle armi, per un futuro che non sia più gli uni contro gli altri, ma gli uni con gli altri, e ci si converta da un’economia che si serve della guerra a un’economia che serva la pace”. Angelus Il sonno da cui dobbiamo svegliarci è costituito dall’indifferenza, dalla vanità, dall’incapacità di instaurare rapporti genuinamente umani, di farsi carico del fratello solo, abbandonato o malato. Vigilanza significa anche, concretamente, essere attenti al nostro prossimo in difficoltà. Seguo con preoccupazione la situazione in Iraq. Ho appreso con dolore che le manifestazioni di protesta dei giorni scorsi hanno ricevuto una dura reazione, che ha causato decine di vittime. Prego per i defunti e per i feriti; sono vicino ai loro familiari e all’intero popolo iracheno, invocando da Dio pace e concordia. La visita al presepe Il Papa nel pomeriggio a Greccio, nel luogo dove San Francesco fece il primo presepe. Là firmerò una Lettera apostolica sul significato e il valore del presepe. Si intitola Admirabile signum, perché il presepe è un segno semplice e mirabile della fede cristiana. È una Lettera breve, che può far bene per prepararsi al Natale.