PARLIAMO DI INCREMENTO DEMOGRAFICO? IL CASO SPOLETO

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La città di Spoleto vanta una fama storica e mondiale, che esplosa nel secolo scorso ne ha tracciato un orizzonte ben preciso, ma a dispetto degli impressionati aumenti demografici di Terni e Perugia che si ebbero ad inizio secolo, l’insediamento delle fabbriche non determinarono uno scenario industriale predominante. Mentre è invece proprio nei successivi anni ’50 che la città arriva ad attestarsi alla cifra di popolazione che la caratterizzerà fino ai giorni nostri, poco meno di 40mila abitanti.

È evidente allora che se c’è un tema che possa essere considerato risolutivo per la città di Spoleto è proprio quello demografico, una vera sfida non solo per la politica e l’amministrazione comunale ma anche per il tessuto industriale, commerciale e sociale, realtà che dovrebbero lavorare all’unisono per raggiungere un obiettivo fondamentale come quello dell’aumento della popolazione, per condurre la città ad un traguardo minimo, non ambizioso rispetto alla sua fama, di terza città dell’Umbria.

Un traguardo che passa necessariamente dal rendere il contesto appetibile per i cittadini da un punto di vista lavorativo, immobiliare e urbanistico, ma anche perché riesce ad offrire un’adeguata offerta sanitaria e di servizi sociali.

Questo percorso, che dati alla mano e in base anche a quanto già avvenuto in passato, non può che essere progettato almeno su scala decennale, passa attraverso uno sviluppo sostenibile della città in termini di impatto ambientale. Si tratta di recuperare e mettere a disposizione quelle strutture oggi non più utilizzate, restituire a nuova vita il centro storico, creare una sinergia attiva con le zone fino ad ora immediatamente periferiche e che dovrebbero invece ampliare quello che oggi chiamiamo centro. Ma anche una attenta riqualificazione dei tanti paesini che afferiscono al nostro Comune e colpiti prima e dopo il terremoto del 2016 del fenomeno dello spopolamento.

Negli ultimi anni sono stati affrontati molti temi in città, ma a pensarci bene quasi tutti i limiti derivano dalla scarsa densità abitativa del nostro territorio. Questo vale ad esempio a partire dall’annoso problema della fermata del treno Freccia Bianca per arrivare ai giorni nostri con il caos legato alla pallavolo e alle strutture dedicate esistenti in città, giudicate esigue rispetto all’offerta sportiva cittadina. E questo solo per citarne alcuni.

L’incremento demografico è una sfida importante per qualsiasi amministrazione, ma esistono oggi alcune risorse che potrebbero essere utilizzate per incentivare e agevolare questo percorso, ad esempio fondi europei, nuove tecnologie e telelavoro, sono solo alcuni di questi elementi.

Con queste mie brevi iniziali riflessioni spero si apra un dibattito cittadino che possa alimentare il processo di rigenerazione sostenibile della città.
Sarebbe molto interessante sapere cosa ne pensate, e vi prego di scrivermi commenti opinioni ma anche progetti, esempi per altre città umbre e non solo.

GRAZIE e buon lavoro.

Stefano Lucidi – M5S