“Paura? Ho smesso di avere paura sei anni fa”

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Credo che la malattia mi abbia addirittura migliorato, cancellando rimorsi e rimpianti.
Sono diventato un osservatore del paesaggio che sta attorno a me. Ho eliminato il superfluo, le persone negative, ma anche le illusioni. Ho smesso di sognare, preferisco fissarmi dei traguardi semplici.
Io, un uomo sbagliato. Credo di essere una persona solitaria e perciò difficile. È complicato starmi accanto e penso che la colpa sia soltanto mia. Non riesco a vivere in piena serenità. C’è sempre un pensiero che mi segue e non ha nulla a che vedere con quanto mi è successo. Come se nella testa mi battesse di continuo un martello. Così a volte risulto antipatico, trascinato dal vento dell’umore.

Mia madre mi ha educato alla bontà, mio padre mi ha trasmesso la tenacia e l’ambizione.
Dopo la morte di papà sono precipitato e ho toccato il fondo. Ero al Milan, mi sono venuti a mancare gli stimoli, non sapevo più giocare. Mi sono messo a bere e bevevo di tutto. Potrà sembrare un paradosso terribile, ma mi ha salvato il cancro. Avevo di nuovo qualcosa contro cui lottare, un limite da oltrepassare. Come se mi toccasse vivere una seconda volta. E sono ritornato bambino. Sono riaffiorate immagini che avevo completamente dimenticato.
Se prego spesso? Non spesso… ogni sera e ogni mattina. Da sempre”.

[Francesco Acerbi]  fonte

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