Pendolari: l’odissea per spostarsi

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L’Italia non viaggia in metro. Negli ultimi due anni neanche un nuovo km nelle linee delle città italiane. E rimangono forti differenze fra Nord e Sud. Questa la fotografia di Pendolaria 2021, rapporto di Legambiente pubblicato sulla pagina Facebook dell’associazione. Unica eccezione è Milano che continua ad avere una linea della metro efficiente. L’Italia viaggia sugli ultimi vagoni rispetto alla rete delle città europee. “Le linee ferroviarie – sottolinea il report – hanno registrato nel 2020 una crescita dei passeggeri. In particolare, la Lombardia rispetto al 2018 ha avuto 820mila pendolari in più. Boom della Puglia con 150mila utenti in più che hanno scelto di utilizzare i treni regionali. Le infrastrutture sono l’altro nodo con la maggior parte delle linee ferroviarie regionali caratterizzate da un solo binario. Tanto per fare degli esempi: la Calabria ha 686 chilometri a binario unico sui 965 disponibili, la Basilicata ha soltanto 18 chilometri di binario doppio Pendolari nel Lazio Nella Capitale bollino nero per Roma Nord e Roma Lido. Nel 2020 sono stati oltre 5mila i treni soppressi, con punte di 100 corse saltate in un giorno su 190 totali tra quelle urbane e extraurbane. Mentre la Roma Lido ha perso dal 2014 il 45% dell’utenza. “Continua a essere chiara la differenza tra il servizio migliorato negli anni sulle otto ferrovie regionali e quello disastroso delle tre ferrovie romane che si trovano oggi a uno stato terribile a causa della pessima gestione Atac”, scrive l’associazione. Il Lazio è la regione dei grandi numeri con 530mila pendolari al giorno: la ferrovia più frequentata d’Italia è la FL1 Fara Sabina-Fiumicino Aereoporto con 81.500 pendolari al giorno. Recovery Plan Il nodo della mobilità è sfida centrale per Legambiente. Bisogna puntare sulla decarbonizzazione e migliorare l’accessibilità”. Quindi riorganizzare le aree urbane, dove avvengono oltre i due terzi degli spostamenti delle persone con l’obiettivo di incrementare il numero di viaggi al giorno su treni regionali e metropolitane, passando dagli attuali 6 milioni a 10 milioni entro il decennio. “Tutti i dati pre-pandemia confermano la voglia degli italiani di prendere treni, metro e tram, lasciando a casa l’auto. Con il Recovery Plan dobbiamo accelerare questa modalità con investimenti mirati dal recupero dei ritardi infrastrutturali nelle aree metropolitane all’elettrificazione delle linee ferroviarie al Sud, al potenziamento delle linee nazionali secondarie”, ha evidenziato Eduardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente. Un aiuto ad economia ed ambiente