Pensare, prevedere e organizzare un piano di riapertura e di ripartenza del Paese è necessario

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È chiaro che per un po’ di mesi nulla sarà come prima. È evidente che bisognerà rispettare le distanze e munirsi di dispositivi di protezione individuale, soprattutto nei luoghi chiusi. E sarà importante continuare a monitorare potenziali focolai ed eventuali nuovi contagi.

Con il virus ci si dovrà convivere fino alla scoperta di un farmaco e alla distribuzione di massa di un vaccino, nella concreta speranza che i test anticorpali possano verificare e confermare l’immunità di una parte della popolazione. L’aspetto sanitario è prioritario e bisognerà lavorare costantemente perché non si trasformi in nuova emergenza. Per questo dico che è fondamentale pensare a come cominciare a riaprire le attività produttive dopo il 13 aprile. E i pubblici esercizi, pur con le cautele già applicate prima del lock down.

Occorre un piano preciso e regole dettagliate su come riorganizzare le imprese, a tutela della sicurezza delle stesse e dei loro lavoratori. Parallelamente, per un lungo periodo, sarà indispensabile aumentare la protezione per gli anziani e le categorie a rischio. Così l’Italia può ripartire. Con coraggio e responsabilità.