Penso molto a quello che farebbe Johan Cruyff

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. Il suo punto di vista era sempre speciale, ti spingeva a farti guidare dal tuo istinto. Davanti alle situazioni complicate penso spesso: “che farebbe lui?” e questo mi conforta.
Con la sua morte abbiamo perso una figura a cui non potremo più rivolgerci quando ne avremo bisogno, che non avremo vicino nei momenti di dubbio. Dall’altro lato ce lo siamo goduti tutti, ci ha lasciato molto.
Il suo merito è stato, davanti a un gioco così indecifrabile come il calcio, darci gli strumenti per dominarlo, una cosa impossibile a meno che non ti chiami Messi.
Io ero un giocatore di talento ma non capivo nulla di calcio. Lui ci ha aperto un mondo affascinante, un film che abbiamo interiorizzato.
Ai miei figli che non l’hanno conosciuto cercavo di spiegare chi era e l’ho paragonato al professore di una materia che ti piace, un maestro di cui non vedi l’ora che faccia lezione.
È evidente che è stato lui la rivoluzione che ci ha insegnato a come fare le cose. E’ arrivato e ha detto: faremo così. Una cosa difficilissima perché bisogna avere una fiducia immensa per convincere gli altri.
Era un tipo che ti diceva tutto il contrario di quello che avevi sentito per tutta la vita: ti dicevano che perdevi perché non correvi ma un giorno arriva lui e ti spiega che perdi perché corri troppo. Mi piacerebbe avere fede per credere che lui sia lì a guardarci, io lo penso spesso”.

Oggi compie 49 anni uno degli allenatori più vincenti della storia grazie al suo unico credo, il calcio totale.
Tanti auguri Pep.                                                                                                                                           fonte calcio totale facebook