Per salvare Venezia Bottega decide di raccogliere fondi nei propri Prosecco Bar nel mondo

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Venezia, la città più bella del mondo, è un patrimonio dell’umanità con la “P maiuscola” e come tale va salvaguardata non solo da noi veneziani, veneti, italiani, ma anche da tutti i cittadini del mondo che almeno una volta nella vita l’hanno visitata o vorrebbero farlo

Sulla base di queste considerazioni l’azienda Bottega di Bibano di Godega (TV) si ripropone di raccogliere nei propri Prosecco Bar, sparsi nel mondo (l’ultimo dei quali aperto questa settimana presso l’aeroporto di Dubai), dei fondi da destinare alla città. Al di là delle cifre si tratta di un intervento simbolico, di una sorta di dichiarazione d’intenti da parte di un’azienda veneta con profilo internazionale, visceralmente legata a Venezia da profondo affetto.

Sandro Bottega, presidente di Bottega S.p.A. dichiara. “I primi 5.000 euro che verranno raccolti nei nostri locali che evocano i bacari veneziani, abbinando il Prosecco alla gastronomia italiana, verranno destinati alla città, a patto che il comune si impegni a spenderli per il vero benessere di Venezia e che venga applicata la legge per far pagare ai turisti un ticket per entrare nel centro storico.”
Lo stesso Bottega aggiunge: “I miliardi spesi per il Mose gridano vendetta. Per oltre 30 anni hanno alimentato un sistema di corruzione spesso fine a se stesso. Si ha il dubbio che la stessa opera sia stata ideata con questa esclusiva finalità. Per problematiche analoghe a Rotterdam e sul Tamigi sono stati realizzati dei sistemi di protezione dalle acque, dove le barriere o gli ingranaggi più sensibili rimangono all’asciutto e vengono immersi nell’acqua solo in caso di emergenza, evitando in questo caso di deteriorarsi progressivamente.”

I soldi improvvidamente sperperati nel progetto Mose, che a questo punto va in ogni caso inderogabilmente portato a termine, sarebbe stato più opportuno impiegarli per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei canali, per il monitoraggio continuo delle rive, per la salvaguardia del patrimonio storico della città. Avrebbero infine potuto alimentare un volano economico per i “veneziani coraggiosi”, intenzionati a mantenere a Venezia attività economiche non legate esclusivamente al turismo.