Per un PD di lotta e di governo

0
61
rossi

Alla direzione del PD c’è stato un clima aperto, di confronto, di consapevolezza delle sfide importanti che la sinistra ha di fronte, soprattutto è emersa la volontà di restare uniti in un partito plurale per orientamenti culturali e diverse sensibilità.
In molti interventi si è sottolineata la necessità di ricostruire il partito nella società, di tornare riprendersi il popolo della sinistra.
Io spero davvero che l’attività di governo non esaurisca il nostro impegno perché se questo avvenisse sarebbe esiziale per il partito.
Io penso che oggi abbiamo bisogno di un PD di lotta e di governo.
Di lotta perché è capace di vivere con i lavoratori, giovani, i precari, i ceti medi in difficoltà, i problemi di chi non arriva alla fine del mese e riesce a dare voce alle loro istanze.
Di governo perché sa rispondere con atti concreti ai bisogni di larghi strati popolari tenendo la barra dritta degli interessi del Paese e per un’Europa più democratica e sociale.
In un partito plurale nessuna area culturale può imporsi ad un’altra, non può farlo né il socialismo, né il popolarissimo cattolico, né il liberalismo sociale.
Ma è importante che questi orientamenti costruiscano insieme una critica dell’esistente e della società capitalistica attuale e tengano aperto un orizzonte di cambiamento profondo verso l’eguaglianza e l’inclusione.
Lo stesso tema dell’ambientalismo non potrà affermarsi se non nel quadro di una nuova regolazione dei mercati, di un controllo democratico dello sviluppo e di una seria ridistribuzione della ricchezza.
Particolarmente significativi gli interventi di Orlando, Guerini e le conclusioni di Zingaretti.