Piacenza, sentiti in procura ex vertici Arma

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Tra ieri e oggi la procura di Piacenza, che indaga sul presunto giro di arresti illegali, pestaggi e spaccio di droga, andato avanti per anni alla caserma Levante di via Caccialupo, sotto sequestro probatorio dallo scorso 22 luglio, ha ascoltato come persone informate sui fatti gli ex vertici dell’Arma piacentina, per chiarire chi e a che livello fosse al corrente di quanto accadeva alla Levante. Ieri la procuratrice Grazia Pradella, insieme ai pm Antonio Colonna e Matteo Centini, ha sentito Rocco Papaleo, oggi comandante della compagnia carabinieri di Cremona, ma fino al 2013 capo del Nucleo investigativo di Piacenza, mentre oggi di fronte ai magistrati si è seduto Michele Piras, fino a settembre 2019 comandante provinciale dell’Arma di Piacenza e ora assegnato alla segreteria del ministro dei Trasporti Paola De Micheli.

Entrambi, da quanto si apprende da fonti investigative, durante le audizioni hanno mantenuto un atteggiamento collaborativo, fornendo resoconti completi. Per la procura, non ci sarebbe al momento alcun motivo per indagarli. In particolare Papaleo, dalla cui segnalazione è partita l’indagine sulla Levante, avrebbe chiarito le ragioni per cui non aveva denunciato prima le ‘stranezze’ che avvenivano in via Caccialupo e di cui anche lui era venuto a conoscenza. La sua versione dei fatti avrebbe trovato riscontri e gli inquirenti non avrebbero a oggi elementi per non credergli.
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Per il resto proseguono gli interrogatori dei sei carabinieri arrestati lo scorso 22 luglio – cinque ora in carcere a Piacenza, tra cui il personaggio ‘chiave’ Giuseppe Montella, e uno ai domiciliari – e va avanti il lavoro certosino della procura per ricostruire fatti e responsabilità. Numerosi i testimoni ascoltati e da ascoltare, tra cui prossimamente potrebbero figurare anche i vertici del comando provinciale carabinieri di Piacenza rimossi a fine luglio per volere dell’Arma, come l’ex comandante Stefano Savo, ora assegnato ad altro incarico. Secondo indiscrezioni di stampa l’inchiesta si sarebbe già allargata ad altri indagati, anche tra gli appartenenti all’Arma, ma su questo punto la procura non conferma né smentisce.

Nessuna certezza, infine, sui tempi del dissequestro della caserma Levante, dopo che i difensori dell’appuntato Angelo Esposito (ora in carcere) hanno fatto riserva di richiesta di incidente probatorio. Nel frattempo dal 3 agosto i carabinieri in servizio presso le stazioni mobili, che hanno temporaneamente sostituito gli uffici della Levante, sono stati trasferiti all’interno della caserma forestale, a pochi metri da via Caccialupo.