Piano pandemico: Guardia di Finanza in sedi Ministero Salute, Iss e Regione Lombardia

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La Guardia di Finanza, su disposizione del pool guidato dal procuratore aggiunto, Antonio Chiappani, sta eseguendo una serie di acquisizioni in alcuni uffici del ministero della Salute. Le acquisizioni di documenti e atti relativi al piano pandemico rientrano nell’ambito dell’inchiesta della procura di Bergamo, iniziata con l’apertura di un fascicolo sulla ‘mancata’ zona rossa di Alzano Lombardo. Le ipotesi di reato sono falso ed epidemia colposa. Gli uomini delle Fiamme gialle stanno raccogliendo documenti anche nella sede dell’Assessorato al welfare della Regione Lombardia. I militari sono entrati anche all’Istituto Superiore della Sanità. Si stanno facendo consegnare documentazione cartacea ed elettronica relativa al piano pandemico nazionale del 2017. Stando a quanto riferito da fonti investigative, non ci sono nuovi indagati oltre a quelli già emersi nei mesi scorsi, tra cui l’ex dg della Sanità lombarda, Luigi Cajazzo, e l’allora suo vice, Marco Salmoiraghi. GdF negli uffici dell’ex direttore prevenzione nazionale La Guardia di Finanza di Bergamo sta acquisendo documenti anche negli uffici di Claudio D’Amario, ex direttore della Prevenzione nazionale agli esordi della pandemia, ora al Dipartimento della Sanità abruzzese. Per il 20 gennaio è prevista la sua audizione come persona informata sui fatti assieme ad altri tre alti dirigenti del Ministero. Caccia alle carte La Gdf di Bergamo, oltre che negli uffici del Ministero della Salute all’Eur e Lungotevere, sta effettuando acquisizioni anche all’Istituto Superiore della Sanità a Roma. I militari, come si evince dall’ordine di esibizione firmato dai pm bergamaschi, si stanno facendo consegnare documentazione cartacea ed elettronica relativa al piano pandemico nazionale del 2017 che si ritiene sia il copia-incolla di quello del 2006. Le Fiamme Gialle inoltre si trovano nelle sedi della Ats di Bergamo e dalla Asst di Bergamo est e in Regione Lombardia. Le indagini riguardano anche il piano pandemico regionale. L’ipotesi è del mancato aggiornamento del piano pandemico regionale. L’inchiesta Con le acquisizioni e i sequestri, soprattutto di materiale informatico, al Ministero della Salute, all’Istituto Superiore della Sanità, in Regione Lombardia e nelle Ats di Milano e Bergamo, la Procura vuole ricostruire se ci siano state lacune tali da configurare l’ipotesi di omissione in atti d’ufficio in relazione al piano pandemico e alla sua applicazione in ambito territoriale. Attività della Guardia di Finanza sono in corso anche nell’Asst di Seriate da cui dipende l’ospedale di Alzano Lombardo, chiuso e riaperto dopo 3 ore il 23 febbraio. Da considerare, nel caso dell’ipotesi di omissione, la competenza territoriale che potrebbe spostarsi a Roma almeno per quanto riguarda il presunto mancato aggiornamento del piano nazionale del 2006. Stando a quanto riferito da fonti investigative, decisive per far scattare l’interesse sul tema da parte del pool guidato dal procuratore Antonio Chiappani sono state le dichiarazioni rese a Report e poi ad altre testate di Francesco Zambon, il funzionario dell’Oms che ha denunciato il numero due dell’Organizzazione, Ranieri Guerra, accusandolo di aver cercato di costringerlo a posticipare la data del piano al 2017 per farlo sembrare aggiornato. Un tentativo portato avanti, questa l’idea di Zambon che è stato sentito dai pm così come Guerra, per tutelarsi dal momento che quest’ultimo era direttore della Prevenzione al Ministero della Salute negli anni del mancato aggiornamento. Le acquisizioni di oggi si spiegano con la convocazione per il 20 gennaio di 4 alti dirigenti del Ministero: l’attuale direttore generale, Giuseppe Ruocco, il suo predecessore, Claudio D’Amario, e altri due dirigenti coinvolti nella preparazione del piano, Francesco Maraglino e Anna Caragha. La Gdf e’ entrata in tutti i loro uffici. Secondo la ricostruzione della Procura, l’alert del 5 gennaio dell’Oms e la dichiarazione di fine gennaio sulla pandemia avrebbero dovuto far scattare l’applicazione delle fasi successiva alla 3 del piano pandemico. Gli inquirenti vogliono capire se la Regione e le Ats abbiano recepito le indicazioni generali nei piani di dettaglio, così come avrebbero dovuto fare, e, tra le altre cose, come mai gli antivirali previsti dal piano fossero in un deposito del Ministero vicino a Roma in condizioni di degrado. Guerra aveva assicurato ai pm durante la sua deposizione che le scorte di antivirali erano pronte. L’esistenza di un piano di dettaglio, ragionano in Procura, avrebbe potuto portare a un triage nell’ospedale di Alzano dove invece pazienti puliti e sporchi si mischiarono innescando una miccia che avrebbe poi dato origine al focolaio nella zona più piegata dal Covid. Ranucci: “Documenti inediti in ultima puntata di Report” “L’acquisizione di documenti interni e riservati potrebbe portare a una svolta nelle indagini e fare luce su quanto accaduto nelle prime settimane del 2020, inchiodando i responsabili di eventuali mancanze. Report – evidenzia il conduttore Sigfrido Ranucci – tornerà sulla vicenda del piano pandemico e sulle contraddizioni dell’Oms nella puntata del 25 gennaio”.