Pier Maria Toselli

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Col fratello Luigi ha fondato, cinquan­ta anni fa, il tempio della musica a Caval­lermaggiore. Una sala da ballo chiamata “Le upole” dove si sono esibiti molti big della canzone nazionale e internazionale compresi Mina, Celentano, Claudio Villa e Aznavour. Dieci anni dopo i fratelli hanno creato Telecupole, una delle prime emittenti na­te in Piemonte e senza dubbio la più im­portante. Ancora oggi la “tua Tv del cuo­re”, come recita un fortunato motivetto, occupa uno spazio rilevante nel panora­ma dell’informazione e dello spettacolo. Fa parte dell’impero anche un parco acquatico tra i più moderni in Italia dove d’estate arrivano migliaia di bagnanti.
Ho collaborato con loro vent’anni co­me giornalista ed ho avuto modo di cono­scerli ed apprezzarli. I due fratelli Luigi e Pier Maria, coadiuvati dalle mogli e dai figli, hanno sempre lavorato incessan­temente senza soste. Luigi è scomparso qualche anno fa. Suo figlio Francesco ha ricoperto importanti ruoli politici tra cui la vicepresidenza del Consiglio regionale del Piemonte. Sua sorella Cristina, pur svolgendo proprie attività, è rimasta vici­na al fratello sempre con affetto. Entrambi erano adorati dalla madre Gabriella Ber­tino. La sala da ballo, oggi discoteca “Evita” è gestita dai figli di Pier Maria, Enrico e Federica che hanno saputo cogliere nel
tempo i gusti dei giovani interpretandone i cambiamenti. Pier Maria continua a seguire con la moglie Marisa Agnello tutte le attività con una grinta invidiabile. “Teniamo duro” è uno dei suoi motti preferiti. I Toselli hanno dato lavoro a centinaia di persone. Molte di queste hanno avuto successo in vari campi partendo proprio da Telecupole. Ricordo un simpatico periodo in cui i due fratelli si scrivevano. Pier Maria mi dettava i suoi pensieri che io traferivo nel­la missiva per il fratello. A sua volta Luigi veniva da me per formulare la risposta. A loro insaputa questo amoroso scambio durò un anno ma un giorno l’incantesi­mo si ruppe. Prima che Luigi mi illustrasse il conte­nuto di una lettera del fratello mi scappò di formulare alcune considerazioni su ar­gomenti che non avrei dovuto conoscere. Tutto finì in gloria. E, con mio grande sollievo, i due fratelli smisero di scriversi.