Pil non significa Prima I Lombardi

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L’indecente richiesta con cui la Moratti segna il suo ennesimo esordio nella gestione del potere in Lombardia, ci dice esattamente fin dove può spingersi la cultura della contrapposizione.
La Moratti, attraverso la pretesa di assegnazione dei vaccini sulla base della ricchezza prodotta nei singoli territori, ci dice qual è il futuro del Paese che ha in mente la destra: acuire le disuguaglianze tra ricchi e poveri, tra garantiti e non garantiti, tra Nord e Sud anche quando in ballo vi è il diritto alla vita.
Affermare che il vaccino debba essere ripartito in base al PIL regionale è una bestemmia costituzionale: gli art. 2 e 3 della Costituzione, oltre a stabilire il principio di non discriminazione sulla base delle condizioni personali e sociali, impongono il dovere di SOLIDARIETÀ sull’intero territorio nazionale che esclude ogni preferenza nella cura sulla base di condizioni economiche.
Le parole della Moratti esprimono una chiara e violenta rivendicazione di tipo discriminatorio nei confronti del Sud dove insistono le più alte percentuali di patologie cronicizzate e dove esiste una più accentuata debolezza del sistema sanitario.
La risposta a questa richiesta dev’essere netta ed immediata: in Italia non passerà alcun tentativo di “apartheid” di qualsivoglia natura e tutte le forze debbono dire da che parte si schierano.
Oggi, come in tutti i momenti di passaggi storici fondamentali, bisogna dire da che parte si sta e senza tentennamenti, con la piena consapevolezza che la posizione della Moratti è quella sbagliata, né i goffi tentativi di correggere in corsa le sue sconcertanti affermazioni la possono assolvere.
Oggi più che mai è necessario difendere la conquista dell’Universalismo del nostro Servizio Sanitario Nazionale.