Pirlo è già al capolinea? Inizia il ballo delle panchine

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On Air l’episodio n. 19 de “Il Calcio non è un Giuoco”, il podcast di Massimo Caputi e Adriano Bacconi
DOMINO ALLENATORI
La classifica della Serie A cambia ancora.
L’Inter resta in testa nonostante il rinvio della gara contro il Sassuolo, il Milan reagisce a Firenze, la Juventus e la Roma crollano, bene Napoli, Atalanta e Lazio.
L’ultimo turno ha di fatto rimesso in discussione la stabilità di alcune panchine, alla luce dell’annuncio di Allegri di tornare ad allenare nella prossima stagione.
Se è vero che l’identikit dell’allenatore perfetto non esiste, resta valida la regola per cui esiste l’allenatore giusto per determinate situazioni.
Ogni piazza è diversa e necessita di una comunicazione e di un’esperienza diversa, come ha detto qualche ora fa il dimissionario viola Prandelli.
Ciò che sembra destinato a diventare un leitmotiv del finale di stagione, però, è che le ultime dieci giornate saranno fondamentali anche per la riconferma o l’esonero degli allenatori, tra tutti Pirlo e Fonseca, ad oggi chiacchieratissimi in ogni studio televisivo e su ogni giornale cartaceo e online.
MA IL COCCODRILLO COME FA?
Marcelo Brozović, durante Barcellona – Inter di qualche anno fa, ha reso celebre il “coccodrillo”, ovvero la pratica di posizionarsi sdraiati dietro la propria barriera in modo tale da intercettare eventuali punizioni rasoterra avversarie.
Sebbene questa tecnica sia stata emulata da un’infinità di squadre e abbia ridotto del 25% la percentuale di gol subiti su punizione, non è la tendenza più fresca nell’arte di difendere sui “freekicks”.
L’ultimo trend in crescente sviluppo, infatti, è quello di schierare un’ulteriore barriera, composta dai giocatori della squadra che ha ottenuto il calcio di punizione a favore, col fine di impedire al portiere di vedere partire il pallone appena calciato e dare quindi un’opzione di scelta in più a chi batte.
Esattamente come ha fatto il Napoli sul calcio piazzato del primo gol di Mertens contro la Roma.

CAMBIO DI TATTICA
Spesso si rimprovera agli allenatori di essere troppo legati ad un unico tema tattico.
Gasperini, schierando la sua Atalanta con una difesa a 4 contro il Verona, ha dimostrato di essere molto duttile.
La peculiarità di questa scelta è che l’ha fatta contro il suo allievo Ivan Jurić, che ben conosceva il suo gioco. In questo modo ha mischiato le carte e trovato la chiave giusta per vincere la partita.
Versatilità, imprevedibilità e un pizzico di rischio e follia: da qui a fine campionato ogni gara sarà una finale: ci sarà da divertirsi!