Povertà e cibo: 2,7 milioni di italiani costretti alla mensa dei poveri

0
75

La povertà non è sconfitta e non sono certo gli immigrati a levare il cibo di bocca agli italiani, almeno secondo il rapporto Coldiretti “La povertà alimentare e lo spreco in Italia” dal quale emerge che «Sono 2,7 milioni le persone che in Italia sono state addirittura costrette a chiedere aiuto per il cibo da mangiare». La più grande associazione agricola italiana sottolinea che «Ad avere problemi per mangiare sono dunque oltre la metà dei 5 milioni di residenti che, secondo l’Istat, si trovano in una condizione di povertà assoluta. La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari lo ha fatto attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) che per vergogna prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli. Infatti sono appena 113mila quelli che si sono serviti delle mense dei poveri a fronte di 2,36 milioni che invece hanno accettato l’aiuto delle confezioni di prodotti sulla base dei dati sugli aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead attraverso dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea). Ma ci sono anche 103mila persone che sono state supportate dalle unità di strada, gruppi formati da volontari che vanno ad aiutare le persone più povere incontrandole direttamente nei luoghi dove trovano ricovero».

Nel 2018 è emerso il nuovo fenomeno degli empori sociali, veri e propri negozi dove gli indigenti possono fare la spesa gratuitamente attraverso delle tessere, di cui hanno beneficiato in circa 84mila. 25.000 persone vengono assistite direttamente a casa.

Il rapporto evidenzia che «Tra le categorie più deboli degli indigenti si contano 453mila bambini di età inferiore ai 15 anni, quasi 197mila anziani sopra i 65 anni e circa 103mila senza fissa dimora. Complessivamente nel 2018 sono stati distribuiti agli indigenti oltre 60 milioni di chili di prodotti alimentari, secondo l’analisi Coldiretti su dati Agea. In testa alla classifica c’è la pasta, con 13,5 milioni di chili, seguita dal latte con 11,6 milioni di chili e dai legumi in scatola (fagioli, piselli, lenticchie, ecc.), dei quali ne sono stati consegnati 8,7 milioni di chili. Al quarto posto c’è il riso con 7,3 milioni di chili e al quinto la farina (4,5 milioni di chili) seguita da biscotti, olio di semi, confetture di frutta in barattolo o monodose, zucchero, fino a tonno, biscotti per l’infanzia e formaggi a Denominazione di origine protetta (Dop)».

Coldiretti fa notare che «Contro la povertà si attiva la solidarietà con molte organizzazioni attive nella distribuzione degli alimenti, dalla Caritas Italiana alla Fondazione Banco Alimentare, dalla Croce Rossa Italiana alla Comunità di Sant’Egidio, dal Banco delle Opere di Carità all’Associazione Banco Alimentare Roma fino all’associazione Sempre Insieme per la Pace. E si contano ben 10.500 strutture periferiche (mense e centri di distribuzione) promosse da 200 enti caritativi impegnate nel coordinamento degli enti territoriali ufficialmente riconosciute dall’Agea che si occupa della distribuzione degli aiuti.

Di fronte a questa situazione di difficoltà sono molti gli italiani attivi nella solidarietà a partire da Coldiretti e Campagna Amica che dal Villaggio #stocoicontadini di Milano hanno lanciato per la prima volta l’iniziativa della “spesa sospesa” a favore della Caritas. Si tratta della possibilità di fare una donazione libera presso i 160 banchi del mercato per fare la spesa a favore dei più bisognosi. In pratica, si mutua l’usanza campana del “caffè sospeso”, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo. In questo caso – spiega la Coldiretti – frutta, verdura, formaggi, salumi e ogni tipo di genere alimentare raccolto vengono consegnati alla Caritas che si occupa della distribuzione alle famiglie in difficoltà.

Oltre una tonnellata di cibo a km zero, dal Grana Padano Dop al riso delle campagne di Pavia, dall’olio extravergine d’oliva al Gorgonzola e al Taleggio, fino alla pasta di grano 100% italiano assieme a frutta e verdura, è stata raccolta grazie alla generosità degli agricoltori di Campagna Amica, dei cittadini milanesi e dei turisti per arrivare nelle case delle famiglie in gravi difficoltà economiche.

Il direttore di Fondazione Campagna Amica, Carmelo Troccoli, ha ricordato che «La “spesa sospesa” è un esperimento di democrazia del cibo con la quale vogliamo portare le eccellenze delle campagne italiane anche sulle tavole degli ultimi, dei più bisognosi, con prodotti freschi, di qualità e a km zero»,

Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha concluso: «In un’occasione di incontro tra campagne e città come è il Villaggio Coldiretti non potevamo non pensare a chi in questo momento vive grandi sofferenze a causa della crisi economica che ha colpito duramente soprattutto le fasce più deboli della popolazione. Anche in un momento di festa come il Villaggio abbiano voluto dare un segno tangibile della solidarietà degli agricoltori verso le fasce più deboli della popolazione più colpite dalle difficoltà economiche. Il nostro obiettivo è far sì che questa esperienza non resti limitata a questa occasione ma diventi un fenomeno strutturale in una situazione che vede oggi 2,7 milioni di italiani costretti a chiedere aiuto per mangiare. E’ però necessario intervenire anche a livello strutturale per rompere questa spirale negativa aumentando il reddito disponibile di chi oggi vive sotto la soglia di povertà».