PRATO: MAFIE E COLLETTI BIANCHI

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Mafie diverse che si mettono d’accordo, collaborano e si dividono i settori di competenza. Succede a Prato, in Toscana, dove operano clan calabresi, campani e siciliani, oltre alle triadi cinesi, che gestiscono la manodopera clandestina. La droga è data in appalto ai nigeriani, la prostituzione agli albanesi. I colletti bianchi però sono tutti italiani e riciclano denaro sporco in vari settori (ristorazione, settore immobiliare, concessionarie auto e imprese tessili).

A dirlo è Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, che ha presentato un focus sulla diffusione delle criminalità organizzate a Prato e provincia ed è stato intervistato dalla “Nazione”.

“Tra Cina e Italia – afferma Calleri – ci sono affari anche sul versante del crimine. I cinesi forniscono canali di riciclaggio del denaro agli italiani. Ne ricavano in cambio mano libera sulla gestione delle loro imprese “.

Decisivo l’apporto dei colletti bianchi. A Prato è facile, secondo Calleri, trovare “professionisti disposti ad artifici contabili per muovere somme ingenti di denaro sporco”.

Solo tra luglio e agosto le forze dell’ordine hanno scoperto movimenti di denaro sporco per 200 milioni di euro. Il Covid ha peggiorato le cose. Purtroppo anche a Prato le imprese in crisi rischiano di finire in mano agli usurai.

Sabrina Pignedoli