Prescrizione, la Ue “benedice” la legge Bonafede. E riaccende lo scontro nella maggioranza

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La Commissione Europea benedice la legge sulla prescrizione voluta dal grillino Bonafede e in vigore nel gennaio 2020. «Una riforma benvenuta – si legge in una nota -, che blocca la prescrizione dopo la sentenza di primo grado». L’entusiasmo della Ue si spiega con il fatto che il provvedimento è ritenuto «in linea con una raccomandazione specifica per il Paese formulata da tempo». Ora, però, la stessa Commissione invoca «misure per aumentare l’efficienza soprattutto al livello di appello, dove ancora circa il 25 per cento dei procedimenti è stato dichiarato prescritto nel 2018». Mancano solo gli “evviva” e le salve dei cannoni.
Attesa per le mosse di Renzi

Per Bonafede si tratta di un indubbio successo. Che non mancherà di far pesare al tavolo delle trattative all’interno della maggioranza. Per Renzi, invece, che ha osteggiato la riforma fino alla minaccia di sfiduciare il Guardasigilli, il pronunciamento della Ue è una vera doccia gelata. Vedremo. Va tuttavia evidenziato che il valore della “benedizione” della Ue non è assoluto e non elimina le fortissime contrarietà sollevate. Non solo e non tanto dalle forze politiche quanto dall’avvocatura italiana e persino da alcuni settori della magistratura. La Commissione di Bruxelles ragiona su parametri e non v’è dubbio che quelli della giustizia italiana siano sballati rispetto a quelli della media europea. Specialmente se riferiti alla durata dei processi.
Il 60% dei reati va in prescrizione nella fase delle indagini preliminari

Il fatto che oltre il 60 per cento dei reati si prescriva nel corso delle indagini preliminari è quanto mai sintomatico. In quella fase, infatti, il ruolo della difesa è pressoché inesistente. Significa che la prescrizione dipende da cause del tutto sganciate da eventuali manovre dilatorie da parte dei legali dell’indagato. Vuol dire che esiste una peculiarità giudiziaria tutta italiana che sfugge dalla valutazione tecnica della Ue. A cominciare dal tema della politicizzazione di alcune procure e delle polemiche che da oltre vent’anni accompagnano le inchieste con al centro indagati eccellenti. Lo stesso tema della prescrizione risente di questo clima. E questo spiega perché, con la “benedizione” europea di oggi, Bonafede ha vinto solo una battaglia e non certo la guerra.