Prima lo ha definito “un inganno”

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Un inganno dei democratici. Perché lui, Donald Trump, al coronavirus nemmeno ci credeva.

Poi ci ha raccontato che il Covid, nel mese di aprile, sarebbe sparito per magia, con la sola forza del sole, del bel tempo, della primavera.

Dopo, non contento, ha rassicurato sul numero dei contagi: “Abbiamo 15 persone infettate e presto queste quindici scenderanno vicino allo zero. Abbiamo fatto un lavoro eccellente”.

Peccato che da 15 i casi di coronavirus, negli Usa, siano saliti a 7,3 milioni, con 208.000 morti in totale.

Infine, ciliegina sulla torta, ha voluto dar persino sfoggio delle sue conoscenze mediche e scientifiche, proponendo la sua cura contro il Covid: “Vedo che il disinfettante lo distrugge in un minuto. Un minuto. Non c’è un modo di fare qualcosa di simile, iniettandolo?”.

Adesso che proprio lui è risultato positivo, vien difficile da credere che darà seguito ai suoi folli suggerimenti, magari iniettandosi della candeggina. Peccato che a farlo, però, siano stati alcuni cittadini americani, da lui persuasi.

Insomma: prima è stato il turno di Johnson, che si divertiva a stringere le mani dei pazienti positivi al Covid.
Poi è toccato Bolsonaro, che ha più volte negato i pericoli del Coronavirus e che nulla ha fatto per arginarlo.
Ora, appunto, è il momento di Trump.

Tre leader che si considerano invincibili, ostentando machismo e negazionismo, e che si son dovuti arrendere a una cosa ben più potente di loro: la realtà.

Cathy La Torre