PROIETTI UIL: FISCO, FLAT TAX GENERALIZZATA PENALIZZA REDDITI PIÙ BASSI

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ROMA – La UIL – Unione Italiana del Lavoro in uno studio ha analizzato l’impatto che avrebbe una flat tax generalizzata al 15% per i redditi familiari fino a 55.000 euro priva di detrazioni e deduzioni. Sono stati analizzati 9 differenti livelli di reddito complessivo, rispettivamente coincidenti con la media di redditi per le fasce di riferimento come identificate dal Mef. E’ stata calcolata l’attuale imposta al netto delle detrazioni e deduzioni mediamente godute dai lavoratori italiani, rapportandola con l’imposizione che sarebbe, invece, generata con una tassa completamente piatta al 15%, che inoltre non preveda deduzioni o detrazioni. Le ipotesi
prese in esame, inoltre, prevedono che per ogni nucleo familiare vi sia solo un reddito. E’ stato poi sommato al risultato, considerandolo come un aumento diretto dell’imposizione, la perdita del bonus di 80 euro spettante per i redditi fino a 26.600 euro lordi annui che, secondo quando riportato, potrebbe essere abrogato con la nuova tassa piatta.
Le tabelle evidenziano come una flat tax generalizzata, che superi tutte le attuali deduzioni e detrazioni, sia fortemente
penalizzante per i redditi più’ bassi.

Un cittadino, infatti che abbia un reddito di 10.990 euro lordi
annui dovrebbe pagare in un anno 1.819 euro di tasse in piu’.
Poiché’, a oggi, per effetto delle detrazioni e delle deduzioni
l’imposta netta versata e’ mediamente pari al 7,19% (tabella 1), a questa maggiore imposta generata va poi sommata la perdita degli 80 euro mensili erogati con il bonus. Similmente, secondo la Uil, si genererebbe un aumento di imposta per tutti i redditi fino a 26.600 euro lordi annui. Su base mensile questo incremento diventa pari al 72% per un lavoratore con un reddito di 17.640 euro lordi annui, più’ 116 euro al mese di tasse. Secondo lo studio della Uil generalmente, dagli esempi realizzati, spicca la forte sperequazione che tale misura avrebbe per effetto non solo dell’unica aliquota, ma anche per la cancellazione di tutte quelle misure come le detrazioni che agiscono in modo diretto e speculare alla situazione familiare del contribuente, come le spese mediche ad esempio. Va inoltre considerato che l’utilizzo e l’accesso a detrazioni e deduzioni, e’ puramente soggettivo e proporzionato alle necessita’ del singolo contribuente.

Se, come trapelato, venisse confermata l’abolizione di tutte
queste agevolazioni fiscali per molti cittadini, anche con redditi
più’ elevati, potrebbe generarsi un aumento diretto della
pressione fiscale nonostante l’introduzione della tassa piatta.
“”Tagliare le tasse in Italia e’ la priorità”. Per la UIL bisogna
cominciare a farlo partendo dai lavoratori dipendenti e dai
pensionati, per contrastare la recessione e promuovere la
crescita”, sottolinea Domenico Proietti segretario confederale
della UIL – Unione Italiana del Lavoro. “Per la Uil la via maestra da seguire per la riduzione delle tasse e’ quella di agire sulle detrazioni specifiche per lavoratori dipendenti e pensionati, mantenendo il principio di progressività’ e concentrando le risorse sui quei lavoratori e pensionati che, da sempre, sono i primi a fare il loro dovere con il fisco”, conclude.