QUALCHE DATO INEDITO E UNA RIFLESSIONE SULLA STRATEGIA ANTIPANDEMICA

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In questa pausa nell’emergenza sanitaria che, verosimilmente, si riacutizzera’ in autunno, consapevole dei miei limiti sulla materia ma anche dei miei doveri di informazione verso i cittadini, offro un dato inedito e uno spunto di riflessione

È noto che in Inghilterra e in Israele si stia assistendo ad una notevole crescita di contagi nonostante l’alto tasso di vaccinati.
Ho chiesto all’ISS di indicare, nella comunicazione giornaliera dei nuovi contagiati italiani, la percentuale dei già vaccinati (indicazione facilmente reperibile e certamente utile a comprendere l’attuale efficacia dei vaccini a contrastare la propagazione del virus).

Tale dato non mi è stato ancora fornito, mentre ho avuto risposta (seppur parziale) circa il dato relativo al numero dei morti per covid che erano già stati vaccinati (dato utile a valutare sia la capacità del vaccino a limitare la propagazione del virus, sia, soprattutto, l’efficacia a contenere le più gravi conseguenze della malattia nei soggetti che, seppur vaccinati, si dovessero ammalare).

Il dato mi è stato fornito solo fino al 6 giugno; può essere tuttavia utile e ve lo comunico.

In Italia, dal primo maggio di quest’anno al 5 giugno, su 5.965 morti per covid, il 19,5% (ovvero 1.166 casi) avevano ricevuto la prima dose di vaccino (620 sviluppando l’infezione entro 14 giorni dal vaccino – quindi con possibilità di essersi infettati prima -, 546 dopo 14 giorni) e il 3% (ovvero 183 casi) dopo aver ricevuto anche la seconda dose.
Anche alla luce di tali dati, continuo a ritenere che il governo non stia gestendo la pandemia nel migliore dei modi, sottovalutando le cure domiciliari, i tracciamenti (che fine ha fatto l’app immuni?) e puntando invece tutto solo sui vaccini, purtroppo inidonei a eradicare un virus ad alta velocità di mutazione.

Mattia Crucioli