Qualcosa sta cambiando

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La nuova ministra dell’interno senza tanto urlare, senza fare prove di forza come faceva il suo predecessore, peraltro sulla pelle di persone in difficoltà e vulnerabili, sta risolvendo rapidamente alcune questioni e lo ha fatto sulla base di tre principi che io credo non possano essere messi in discussione.
Primo: chi sta in mare e rischia di morire va salvato, non si discute, e se non ci sono gli Stati a farlo e ci sono le Ong, invece di trattarle come criminali devono essere ringraziate per la loro opera preziosa.
Secondo: il principio del porto sicuro più vicino non può essere messo in discussione. Purtroppo c’è la geografia,e i nazionalisti-propagandisti di casa nostra si dovranno adeguare ad essa, e l’Italia, la Grecia, la Spagna e Malta sono in prima linea. E i porti sicuri devono essere concessi.
Terzo: ci vuole però un meccanismo europeo solidale di presa in carico. E i campioni e le campionesse della destra dovranno comprendere che quella posizione che loro rivendicano, quella che pretende di risolvere tutto in casa propria, non va d’accordo con la necessaria solidarietà internazionale.
Dunque bene l’iniziativa del governo che con poco clamore agisce. La differenza con prima è che gli sbarchi fantasma ci sono sempre stati, non esiste e non esisteva l’emergenza immigrazione e si mostrava semplicemente la faccia feroce con i naufraghi lasciandoli in balia del mare. Oggi la propaganda parolaia ha avuto uno stop.
Certo ci sono anche cose che non apprezzo: ad esempio, le parole del Presidente del Consiglio che rivendica con orgoglio il rapporto con la cosidetta Guardia Costiera libica nella sua quotidiana operazione di cattura dei migranti, e che vengono riportati in veri e proprio lager al di fuori di ogni legalità internazionale e al di fuori di ogni umanità, non mi sono proprio piaciute. Io credo che la strada sia lunga, ma credo che sia necessaria e si arriverà ad una correzione profonda anche nei rapporti con gli attuali assetti libici, a partire dall’annullamento degli attuali accordi. Un passo per volta.