TERRORISMO / Gianfranco Manfredi, voce della contestazione giovanile anni ’70: «punizioni decenni dopo, mi sembra sbagliato»; «quale sistema legale consente che sul giudizio pesino i familiari? Quello islamico»
Milano – Negli anni ’70 era uno dei cantatuori simbolo della contestazione giovanile: Gianfranco Manfredi, classe 1948, cinquant’anni fa traduceva in canzoni e musica, le rivendicazioni e l’impegno politico dei giovani dell’epoca e della sinistra extraparlamentare. Oggi ha concesso una lunga intervista a MOW (mowmag.com), magazine lifestyle di AM Network, circa gli arresti degli ex terroristi, rifugiati da decenni oltrealpe, grazie alla dottrina Mitterand e al conseguente rifiuto di estradare i profughi politici italiani, per oltre mezzo secolo: «intervenire con delle punizioni decenni dopo, qualsiasi sia il reato, mi sembra sbagliato» – ha sottolineato Manfredi a mowmag.com – «se hai compiuto un reato quando avevi 16 anni e poi ti vengono a prendere quando ne hai 70 e sei malato, viene da pensare che il criterio di giustizia che si vuole applicare sia puramente punitivo» e circa i familiari delle vittime, che erano in attesa da anni di un simile gesto da parte delle istituzioni in Francia, ha dichiarato: «quale sistema legale consente che sul giudizio pesino i familiari? Quello islamico»
